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Cronaca

Mortizza, tentano il colpo grosso nella sede di Enìa: ladri in fuga

Ladri professionisti in azione stanotte in strada di Borgoforte, nel quartier generale di Enìa. La gang ha attaccato la cassaforte al piano terra, dopo aver "sventrato" gli uffici per non far suonare gli allarmi. Qualcosa però è andato storto. I dettagli

Ladri professionisti all'opera questa notte presso la sede centrale di Enìa in strada di Borgoforte. La gang infatti è riuscita a mettere fuori uso il sofisticato sistema di allarme e per poi attaccare la cassaforte al piano terra. Qualcosa però è andato storto e i ladri sono dovuti scappare a mani vuote. Davvero ingente la scia di danni che si sono lasciati alle spalle, avendo letteralmente abbattuto alcune pareti divisorie tra i vari uffici, probabilmente per non passare nel corridoio dove erano posizionati altri sensori dell'allarme.

FORSE SI ERANO FATTI CHIUDERE DENTRO - Tutto l'accaduto è ora al vaglio della questura che questa mattina presto ha inviato sul posto anche gli agenti della scientifica. Ad accorgersi dell'incursione notturna negli uffici sono stati questa mattina presto i primi impiegati che sono arrivati al lavoro, e che non hanno potuto entrare proprio a causa dei danni causati dai ladri. Anzi, hanno dovuto attendere che la polizia terminasse i rilievi. Stando a una prima ricostruzione è plausibile ipotizzare che i malviventi siano riusciti a farsi chiudere all'interno ieri pomeriggio al momento della chiusura degli uffici di Enìa, anche se un'altra teoria accreditata è che possano essere invece entrati dopo aver forzato una finestra sul retro.

UFFICI DEVASTATI PER NON FAR SUONARE GLI ALLARMI - Di sicuro c'è il fatto che hanno agito in piena notte, riuscendo anche a mettere fuori uso alcuni dei sensori dell'allarme al piano terra. Poi hanno iniziato a mettere le mani sulla cassaforte, ma all'improvviso è arrivato il metronotte per il normale giro di ispezione, e gli intrusi sembra che siano fuggiti al primo piano, in attesa che l'agente Ivri se ne andasse nuovamente. A questo punto, forse in cerca di una seconda cassaforte, i ladri hanno attraversato tutto il primo piano. Invece di passare nel corridoio, con il rischio di far scattare i sensori dell'allarme, hanno preferito abbattere le pareti divisorie passando così da un ufficio all'altro, fino ad arrivare praticamente all'altro capo dell'edificio. Ma però non hanno trovato alcun forziere e si sono quindi trovati costretti ad andarsene.

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