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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cortemaggiore

Motociclisti morti a Chiavenna Landi, chiesti 4 anni

Il pm: l’automobilista responsabile di quell’incidente a Chiavenna Landi dove morirono due fisioterapisti. «Velocità oltre i limiti e mancanza della distanza di sicurezza». A giugno, la difesa e poi la sentenza

Quattro anni di reclusione. E’ la richiesta del pubblico ministero Monica Bubba per Alex Bernardelli, imputato per omicidio stradale e ritenuto responsabile dell’incidente che, il 27 giugno del 2016, costò la vita a Paolo Scaglia, 54 anni di Piacenza, e alla collega Nadia Bortolotto di 26 anni, residente a Predosa (Alessandria). I due, fisioterapisti del centro Inaqua di Piacenza, erano in moto ed erano finiti con violenza contro l’auto di Bernardelli che si era girata dopo aver tamponato un furgone che stava svoltando ed era fermo, o aveva rallentato (un punto non del tutto chiaro), in mezzo alla strada. Lo schianto avvenne lungo la strada per Cortemaggiore, vicino a Chiavenna Landi. Il processo è stato rinviato a giugno, quando parlerà Alessandro Zanelli, l’avvocato difensore di Bernardelli, e poi ci sarà la sentenza del giudice Gianandrea Bussi.

Il 27 marzo, in aula, sono stati sentiti altri testimoni. Due agenti della polizia locale dell’Unione dei Comuni Bassa Valdarda e fiume Po hanno detto di non ricordare se il furgone tamponato avesse la freccia, ma uno ha ricordato che il mezzo voleva svoltare a sinistra anche se non era ancora fermo. L’autista del furgone, anch’egli ascoltato al processo, ha detto di non avere messo la freccia. Secondo il pm, Bernardelli è responsabile a causa della sua condotta di guida. E questo nonostante il rettilineo e il bel tempo che consentiva una grande visibilità. Aveva una velocità sostenuta, ha affermato l’accusa, di 120 km/h e in quel tratto il limite era di 90. Inoltre, secondo il pm l’auto che tamponò il furgone non aveva rispettato la distanza di sicurezza (la polizia locale ha detto di aver contestato anche questo illecito). Infine, secondo Bubba, Bernardelli non avrebbe tenuto un comportamento processuale corretto, negando ogni responsabilità. Un aspetto che ha fatto sì che il pm ha chiesto di non concedere le attenuanti. La difesa - anche sulla base di numerose perizie e testimonianze emerse durante il dibattimento - ha sempre sostenuto che il furgone non avesse la freccia anche se stava per svoltare e che un camion passò sopra ai detriti, dopo lo scontro, alterando le prove e i rilievi. L’assicurazione ha già risarcito i familiari e altri coinvolti nell’incidente (due feriti lievi).

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