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Cronaca Fiorenzuola d'Arda

Myocastor, chiesti 14 anni per la mente della filiera dello spaccio

Droga, il pm Pisante chiede anche le condanne di altre 5 persone. I carabinieri di Fiorenzuola fecero piazza pulita di spacciatori, per lo più magrebini provenienti dal Milanese, che vendevano coca, eroina e hascisc nelle campagne della Bassa

La condanna più pesante, 14 anni, è stata chiesta per quello che il pm ha ritenuto essere l’organizzatore «il creatore della filiera dello spaccio». Si è conclusa questa mattina, con le richieste della pubblica accusa, da parte del pm Emilio Pisante, la prima parte del processo nei confronti di sei persone coinvolte nell’operazione dei carabinieri chiamata Myocaster (nutria). I militari di Fiorenzuola, nel dicembre del 2016, fecero piazza pulita di un vasto giro di spaccio che avveniva nelle campagne della Bassa. Gli arresti furono 31. Tutti, tranne uno, sono accusati di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.

Quelli che oggi sono presentati davanti al giudice Gianandrea Bussi sono coloro che avevano scelto il dibattimento (molti di loro, invece, avevano già patteggiato o erano stati condannati con il rito abbreviato). Secondo le accuse della procura, Annaoui Bouazza, avrebbe organizzato il gruppo di spacciatori, per lo più nordafricani, che nei campi di mais vendevano cocaina, eroina ed hascisc a centinaia di consumatori piacentini. Per lui, che si trova già in carcere, il pm ha chiesto 14 anni di reclusione e 150mila euro di multa. Bouazza alimento dell’arresto, era ricercato perché doveva scontare una pena di 5 anni e mezzo per alcuni reati commessi in provincia di Rimini tra il 2003 e il 2007.

Un’altra condanna pesante - «ed è il minimo» ha detto il pm - è stata chiesta per Yassine Zaaroury (difeso dagli avvocati Emilio Dadomo e Sara Felloni): 8 anni e 27mila euro di multa. Per Mohamed Benali (difeso da Jonathan Vignali) la procura ha chiesto 2 anni e 6 mesi oltre a 8mila euro di multa; per Alice Dall’ospedale, il pm ha chiesto un anno, 4 mesi e 4mila euro di multa; un anno e 6 mesi e 4mila euro sono stati chiesti per Marco Manganoni (difeso da Dadomo e Felloni). 

L'indagine dei carabinieri del Norm Fiorenzuola scattò alla fine di dicembre del 2016 sotto la guida del maggiore Emanuele Leuzzi e rase al suolo una fitta rete di venditori di morte magrebini provenienti per lo più dall'hinterland milanese. I carabinieri, appostati nei campi della Bassa, fecero scattare il blitz e arrestarono gli spacciatori. I malviventi avevano attrezzato tra i campi un fiorente mercato in cui numerosi acquirenti, emiliani e lombardi, si recavano per acquistare ogni tipo di droghe, come se fosse un supermarket all’aria aperta.

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