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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Narcotraffico, prostituzione e immigrazione clandestina: la mafia è anche a Piacenza

Presentato il rapporto "Per una Emilia-Romagna senza mafia" in Provincia con la collaborazione delle forze dell'ordine regionali, Celleri: «La mafia è come un virus e questa città non è indenne»

Nella mattina del 30 maggio è stato presentato il rapporto 2014 "Per una Emilia-Romagna senza mafia" dal presidente della Provincia Massimo Trespidi, il vicepresidente Maurizio Parma, Salvatore Calleri presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, Rosario Aitala consigliere per gli affari internazionali della Presidenza del Senato e Francesco Menditto procuratore della Repubblica di Lanciano. Dopo il recente arresto a Piacenza che ha fermato l’asse Italia-Albania operante per lo sfruttamento della prostituzione viene presentato un resoconto che fa emergere una presenza mafiosa anche in questa città.

Il rapporto è stato redatto dalla Fondazione Antonino Caponnetto, si inserisce nell'ambito delle attività dell'Osservatorio legalità e Sicurezza, realizzato su base provinciale a seguito della sottoscrizione dell'Accordo di Programma tra la Provincia di Piacenza e la Regione Emilia Romagna. Alla riunione erano presenti anche gli studenti degli istituti superiori e Francesco Menditto rivolge loro un messaggio: «La sensibilizzazione inizia da voi e inizia anche dalle vostre scelte che riguardando la vita a scuola: se ci sono atti di bullismo dovete scegliere con chi stare, legalità o illegalità?». Il messaggio partirebbe dunque dai giovani e il presidente della Provincia Trespidi ha spiegato: «La regione Emilia-Romagna non è terra di mafia, è un territorio ancora “sano” che però sta iniziando a subire infiltrazioni criminali. Dobbiamo lavorare già da ora per impedire che la criminalità si diffonda».

Questa regione conta un giro di affari criminali per un valore di 22 miliardi di euro e le città di punta sono Reggio Emilia, Modena e Rimini, province a rischio di colonizzazione mafiosa. Il presidente della Fondazione: «A Piacenza non è stato ancora raggiunto il livello negativo delle altre città, però è certo che la criminalità è in aumento».  

Nel 2013 la Polizia è stata impegnata in diverse operazioni per fermare diverse attività illegali nel piacentino: dal traffico di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione per il quale sono state arrestate 19 persone, associazione a delinquere che introduceva nel nostro paese banconote falsificate e che operava anche in Europa e in Africa e l’omicidio di via Colombo che ha permesso anche di fermare la collaborazione criminale tra Italia e Albania. Effettuate operazioni anche per reati fiscali per evasione del fisco.

«Piacenza non è impermeabile e la mafia è ovunque» ha spiegato Trespidi e conclude: «Anche chi blocca i cancelli Ikea è mafioso. Chi intimidisce e compie atti vandalici nei confronti dei colleghi è mafioso». 

Francesco Menditto conclude l’incontro lasciando un messaggio ai giovani presenti in sala: «Dovete avere speranza. Noi ci siamo e voi ci dovete essere con la speranza».

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