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Cronaca

Nefrologia e dialisi, Piacenza in cattedra al congresso nazionale degli specialisti

Focus su dialisi peritoneale e sui pazienti ipertesi con stenosi dell’arteria renale

Nefrologia e dialisi piacentine protagoniste al congresso italiano svoltosi nei giorni scorsi a Rimini. Il reparto guidato da Roberto Scarpioni ha partecipato all’appuntamento scientifico di caratura nazionale con due importanti relazioni. Segno che l’equipe piacentina si è saputa conquistare un posto di primo piano, soprattutto in funzione di alcune esperienze peculiari che il comitato promotore del congresso ha voluto valorizzare e far conoscere a tutta la platea nazionale.  “Il nostro primo intervento – racconta il primario Scarpioni – riguardava le novità tecnologiche in dialisi peritoneale”. Com’è noto, la dialisi peritoneale è una terapia per il trattamento dell'insufficienza renale cronica che si svolge a casa del malato.

“Abbiamo illustrato la nostra esperienza, unica in Italia come numero di pazienti trattati, con un apparecchio di ultimissima generazione, di origine tedesca, per la dialisi automatizzata”. In Italia appena due centri utilizzano questa tecnica, che consente una miglior depurazione e un’ottimizzazione dei tempi di trattamento.  All’orgoglio per questo importante risultato, si unisce la soddisfazione di Scarpioni per essere stato protagonista anche di un dibattito, denominato “Microfono a due, specialisti a confronto”, davanti a un uditorio di 200 clinici. Il tema – racconta il primario – era quello della gestione clinica della malattia renovascolare da stenosi dell’arteria renale: “Abbiamo portato la nostra decennale esperienza, condivisa in studi internazionali già presentati sia al congresso mondiale di Nefrologia del 2009 che al congresso americano di chirurgia vascolare del 2010 e a quello americano di cardiologia del 2011”.

“Abbiamo concentrato i nostri sforzi per capire quale fosse la terapia ottimale per controllare l’ipertensione arteriosa e rallentare la progressione dell’insufficienza renale progressiva, ottimizzando i farmaci e riservando la dilatazione radiologica (angioplastica) a casi scelti: ciò ha consentito di ottenere una miglior sopravvivenza del rene e, di conseguenza, del paziente”. Scarpioni e la sua equipe sono stati inoltre relatori all’assemblea regionale dell’Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianti (Aned) all’Ospedale Baggiovara di Modena alla presenza dei pazienti, dei clinici e delle istituzioni regionali.

“Abbiamo portato a questa platea la nostra importante esperienza sulla domiciliazione del trattamento dialitico”. Piacenza vanta il primato regionale di incidenza di pazienti in trattamento peritoneale ma anche in emodialisi, a casa. “In Emilia Romagna siamo l’unico centro che ha attivato questo percorso”. Il paziente riesce a fare tutto il trattamento in autonomia: “Si tratta per lo più di persone giovani, che lavorano, che possono autogestirsi la terapia a casa propria, riescono a depurare meglio (e quindi a stare meglio) con la prospettiva di avere una sopravvivenza maggiore”. Attualmente sono due a Piacenza i pazienti seguiti: presto se ne aggiungerà un terzo. 

Importante e consolidata è anche l’attività di preparazione per il trapianto da familiare vivente. “Il nostro centro quest’anno ne ha preparati e seguiti ben cinque, l’ultimo pochi giorni fa a Bologna con ottimo successo”. A questi si aggiungono altri 4 pazienti che hanno potuto beneficiare di un nuovo rene grazie alla donazione di un organo da donatore cadavere. “Questo dovrebbe portare, insieme ad altri due pazienti da vivente in itinere, a ben 11 pazienti trapiantati seguiti nel 2015, un numero triplicato rispetto agli anni precedenti”. Complessivamente, l’equipe di Scarpioni segue ambulatorialmente una settantina di pazienti trapiantati, alcuni con trapianto eseguito oltre 30 anni fa. “Questi inviti che abbiamo ricevuto come relatori – chiude il primario - sono un riconoscimento significativo che naturalmente premia tutto il lavoro di squadra dell’equipe”.

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