Nel 2019 rubati undici alveari, Carabinieri Forestali: «Denunciate sempre»
E’ da registrarsi anche nel Piacentino il fenomeno di furto alveari. Da due distinti operatori del settore delle Valli Luretta e Tidone, nell’anno in corso, sono stati asportati 11 interi alveari in un caso e solo i “telai” nell’altro. Tutti i controlli dei carabinieri forestali
E’ da registrarsi anche nel Piacentino il fenomeno di furto alveari. Da due distinti operatori del settore delle Valli Luretta e Tidone, nell’anno in corso, sono stati asportati 11 interi alveari in un caso e solo i “telai” nell’altro. Si invitano tutti gli apicoltori a denunciare sempre furti e i danneggiamenti ai censiti apiari. Le attività di accertamento e controllo e monitoraggio dei Carabinieri Forestali sugli apiari e la corretta loro identificazione, hanno pertanto anche finalità preventiva andando rilevare fenomeni di ricettazione che vanno poi ad incentivare il “mercato nero” delle attrezzature per l’ Apicoltura ed i reati predatori ad esso direttamente proporzionalmente collegati. La denuncia alle autorità è, in questi casi, particolarmente importante, essendo, il furto di apiari, una fenomenologia criminale in crescita sul territorio nazionale e per questo costantemente monitorata. Non si tratta più di sporadici episodi i cui autori erano spesso residenti nella stessa provincia ma, le tipologie di furto, spesso rimandano a modus operandi tipici della criminalità organizzata. E' importante - fanno sapere i militari - segnalare pertanto ogni veicolo e persona sospetta nei pressi degli apiari essendo, i consumati furti, sovente preceduti da sopralluoghi. Si stimano, sul territorio Italiano, circa 20mila alveari rubati o danneggiati ad ogni stagione.
E’ di 25 operatori professionali Apicoltura (zootecnia minore) controllati, nell’anno in corso, dai militari delle Stazioni Carabinieri Forestale operanti nel Piacentino. Sono state comminate 3 sanzioni amministrative per un totale di 3666 euro oltre a 2 diffide, attraverso le quali, come consentito dalla norma negli illeciti di minore gravità, gli apicoltori che hanno in tempo utile ottemperato a quanto disposto/prescritto dai militari sanano la loro posizione evitando la sanzione amministrativa. Obiettivo primario degli accertamenti è stato il rispetto delle normative Nazionali e Regionali che regolano il settore con particolare riguardo alla affissione di corretta cartellonistica evidenziante la proprietà e conduzione delle arnie, la loro corretta tenuta e gestione, la comunicazione di attività di nomadismo, l’iscrizione alla Anagrafe Apistica Nazionale, la distanza tra gli apiari, il censimento effettuato della postazione e la sua corretta ubicazione. Tra gli illeciti riscontrati si rileva il mancato rispetto dell’ art. 5 LEGGE REGIONALE 4 MARZO 2019 che disciplina la movimentazione degli apiari su suolo regionale e la corretta comunicazione dell’attività di nomadismo apicolo agli enti preposti. Rilevati anche apiari privi di cartellonistica e in difformità da quanto previsto dall’ art. 34 LEGGE 28 luglio 2016, n. 154 “E' fatto obbligo a chiunque detiene alveari di farne, a proprie spese, denuncia e comunicazione di variazione alla banca dati dell'anagrafe apistica nazionale (BDA), di cui al decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali 4 dicembre 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 93 del 22 aprile 2010. Chiunque contravviene all'obbligo di denuncia della detenzione di alveari o di comunicazione della loro variazione all'anagrafe apistica nazionale e' soggetto al pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 euro a 4.000 euro". In un caso, nella bassa Valnure, è stato rilevato un apiario in evidente stato di abbandono tale da essere difforme a quanto previsto dall’ Art. 3 della Legge Regionale che tutela gli aspetti igienico sanitari in quanto, gli apiari trascurati e abbandonati, possono essere fonte di propagazione di patologie, 1000 euro la sanzione. I controlli disposti e coordinati dal Gruppo Carabinieri Forestale Piacenza hanno altresì rilevato una “non conformità” ai disciplinari propri dell’Apicoltura Biologica in riferimento alla inadeguata o impossibile identificazione degli animali.
E’ opportuno sottolineare che, i controlli dei Carabinieri Forestali riguardo la corretta gestione dei prodotti Fitosanitari in Agricoltura vanno indirettamente anche a tutela delle popolazioni apistiche come peraltro previsto anche dall’ Art. 8 della Legge Regionale “Tutela delle api e degli insetti pronubi da trattamenti fitosanitari e conseguenti divieti. Al fine di salvaguardare le api e l’entomofauna pronuba, è vietato eseguire qualsiasi trattamento con prodotti fitosanitari ad attività insetticida e acaricida sulle colture arboree, erbacee, sementiere, floreali, ornamentali e sulla vegetazione spontanea, sia in ambiente agricolo che extra agricolo, durante il periodo della fioritura, dalla schiusa dei petali alla caduta degli stessi. Sono altresì vietati i trattamenti in fioritura con altri prodotti fitosanitari che riportano in etichetta specifiche frasi relative alla loro pericolosità per le api e gli altri insetti pronubi.” A conferma della vicinanza dell’ Arma dei Carabinieri al settore Apistico vi è il Protocollo d’intesa che la FAI (Federazione Apicoltori Italiani) ha siglato con l’Arma dei Carabinieri dando luogo a sviluppi operativi tra cui il Progetto “ApinCittà”, frutto di un coordinamento tra Arma dei Carabinieri, FAI e Comune di Roma (altre Amministrazioni stanno aderendo all’iniziativa su tutto il territorio nazionale) che prevede di mettere a sistema i piccoli ma numerosi allevamenti di api che ci sono nella Capitale; creando fin da subito una rete di dieci postazioni per gran parte già presenti nel Centro Storico o di prossima installazione. Un Apiario Urbano Sperimentale è stato installato proprio alla sede di Roma via Carducci del Comando CUFA (Unità Forestali ed Agroalimentari) dell’Arma dei Carabinieri con finalità di biomonitoraggio ambientale.