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Maxi indagine anti corruzione

Nel mirino della procura anche «possibili episodi di corruzione elettorale alle elezioni regionali»

Il procuratore Grazia Pradella: «Un sistema corruttivo avulso da qualsiasi collegamento politico perché ha attraversato tutti gli schieramenti e volto solo all’arricchimento personale. Indagini tutt’altro che concluse»

«Un classico esempio di quella che io chiamo corruzione diffusa: andava avanti da anni (2018) senza che nessuno si sia posto mai nessun problema, un’attività criminosa senza sosta volta solo all’arricchimento personale . Da oggi queste indagini avranno un nuovo impulso e nulla è concluso». A dirlo il procuratore Grazia Pradella sulla maxi indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo (LEGGI QUI) che è tutt’altro che chiusa ma che anzi sembra solo un punto di partenza. «Dai riscontri investigativi abbiamo appurato anche come alcune opere realizzate negli anni non risponderebbero ai criteri di costruzione a regola d’arte e quindi potrebbero rappresentare un pericolo. Il nostro sforzo – spiega Pradella – sarà teso alla verifica dei luoghi e dei manufatti per la tutela della cittadinanza». Dalle perquisizioni che sono iniziate all’alba e che sono durate ore in tutta la provincia si sono avuti riscontri positivi, fanno sapere gli inquirenti: sono stati sequestrati decine di faldoni di documenti negli uffici comunali di Bobbio, Coli, Cerignale, Corte Brugnatella, Travo, Ottone, Zerba, Ferriere ma anche nella sede dell’assessorato all’Urbanistica di Piacenza, in Provincia in via Garibaldi, nella sede dell'unione Unione Montana dei Comuni della Valtrebbia e della Valluretta. Gli indagati sono 37 tra cui imprenditori edili, sindaci e funzionari tecnici degli Enti Locali dell’Alta Valtrebbia e della città. 

«Stiamo parlando di un sistema corruttivo che,  - spiega Pradella, affiancata dai sostituti procuratori titolari delle indagini - oltre a essere avulso da qualsiasi collegamento politico perché ha attraversato tutti gli schieramenti e quindi “senza colori” è consistito in un vero e proprio sistema arrivato anche a delle ipotesi di corruzione “letterale” di tipo elettorale sia di sindaci e forse anche di consiglieri regionali, ossia elettori pagati per votare il candidato prescelto». In un caso a riprova della promessa mantenuta si sono fatti mandare la foto della scheda elettorale votata come stabilito a seguito di mazzette. E ancora: «Ci sono argomenti che vanno approfonditi ma che potrebbero portare in questa direzione, ossia a episodi di corruzione circa le elezioni regionali del gennaio 2020 e che riguarderebbero un consigliere». I destinatari del provvedimento cautelare sono ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di associazione per delinquere, concussione, corruzione, abuso d'ufficio, traffico di influenze illecite, turbata libertà degli incanti e della libertà del procedimento di scelta del contraente, Frode nelle pubbliche forniture, Falso materiale e Falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale, truffa e voto di scambio. L'operazione ha portato a 4 custodie cautelari in carcere, 7 custodie cautelari agli arresti domiciliari, 1 divieto di dimora, 2 commissariamenti giudiziari d’azienda e 1 misura interdittiva del divieto di contrarre con la pubblica amministrazione nei confronti di una società.

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