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Cronaca Piazza dei Cavalli

«Nella divisa riconosciamo un’identità che ci conforta e che crede ancora nelle istituzioni»

Partecipata e sentita la cerimonia ufficiale in piazza Cavalli per la festa delle Forze Armate e dell'Unità Nazionale. Presente per la prima volta anche la bandiera di guerra del Secondo Reggimento del Genio Pontieri

Un enorme tricolore, seicento bambini, la bandiera di guerra del Secondo Reggimento Pontieri e l'inno di Mameli cantato fino alla fine. Sono queste le novità che hanno contraddistinto la cerimonia solenne per la Festa delle Forze Armate e dell'Unità Nazionale. Complice anche il sole, piazza Cavalli si è riempita di centinaia di piacentini che hanno voluto assistere alle celebrazioni. Per la prima volta, dopo molti anni, spiega il maggiore generale Sergio Santamaria, comandante del Polo di Mantenimento Pesante Nord, la bandiera è uscita dalla caserma per prendere parte a una delle ricorrenze più importanti della nostra storia. Schierati, dopo una breve parata in via Venti Settembre, davanti a tutte le autorità civili e militari i reparti dell'Arma dei carabinieri, del Genio Pontieri, della Guardia di Finanza, della polizia e della polizia penitenziaria, i labari, i vigili del fuoco e seicento bambini del Terzo Circolo Didattico e delle scuole di Rivergaro e Gossolengo che hanno portato e custodito un enorme tricolore. Il questore Pietro Ostuni, al termine della cerimonia, ha salutato personalmente la rappresentanza del 208esimo corso della Scuola Allievi Agenti che ha preso parte alla cerimonia. 

DSC_9904«Nelle divise che vediamo sfilare, negli stemmi e nei labari che richiamano la solennità di questa cerimonia, riconosciamo un’identità che ci conforta, ci rassicura, ci fa sentire parte integrante di un Paese che crede ancora nelle proprie istituzioni e negli elementi fondanti della nostra Repubblica. Questo, oggi, è il significato e l’attualità del 4 novembre: riaffermare un’identità collettiva che fa della responsabilità, della tutela del bene comune e dell’onestà i suoi cardini, affidando, alle donne e agli uomini delle Forze Armate, il ruolo di custodi e interpreti di questi princìpi. A ciascuno di loro, convinta in tal senso di dare voce all’intera comunità piacentina, vorrei rivolgermi direttamente. La fiducia nei vostri confronti, così come la certezza di poter contare, nelle situazioni più difficili, sul vostro intervento e sulla vostra competenza – mai disgiunta da una carica di grande umanità – sono componenti fondamentali dell’affetto e della riconoscenza che oggi abbiamo l’opportunità di manifestare pubblicamente», ha detto il sindaco Patrizia Barbieri nel suo discorso ufficiale. Successivamente ha parlato il presidente Raffaele Campus, presidente di Assoarma e il generale maggiore Sergio Santamaria: «Il Quattro Novembre è stato anche il frutto di un sacrificio altissimo che hanno dato le forze armate: più di 500mila caduti e dispersi. In quella circostanza e con il milite ignoto si è sancito che dietro quella guerra esisteva un popolo che voleva riscattare la sua libertà e la sua identità. E' stato cacciato l'oppressore austriaco perché l'Italia si è riunita. Il milite ignoto è stata la consacrazione di tutto questo e si è fatta la vera unificazione. Ed ecco allora che il soldato diventa il popolo e il popolo diventa una nazione». E ancora: «Non bisogna mai dare per scontato nulla, specialmente in questo periodo. Questi ideali vanno ricordati anche perché chi ha compiuto il sacrificio non è più con noi, quindi tocca a chi è qui ora e adesso riaffermare la nostra identità»

Festa Forze Armate e Unità Nazionale ©Gisimage/IlPiacenza

Il Quattro Novembre ©Gatti-IlPiacenza

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