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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Neo agenti di polizia del 193esimo corso, Siulp: «Nessuno si fermerà a Piacenza»

Il segretario provinciale generale del Siulp: «Roma, piuttosto di inviare uomini effettivi a Piacenza, preferisce sopperire al problema dei numeri inviando saltuariamente risorse umane dai reparti prevenzione crimine di altre città, con un importante inutile dispendio economico»

«Siamo molto vicini al tradizionale appuntamento con la classifica sulla qualità della vita delle province italiane stesa da "Il Sole 24 Ore", che giungerà  quest’anno alla 26esima edizione. Piacenza dove si piazzerà?»

Questo è quanto afferma il segretario provinciale generale del Siulp Polizia Oliviero Pietrarelli: «Si ricorda che nel vicino 2013, la posizione della nostra cittadina era la 17esima, per poi retrocedere nel 2014 in posizione 22esima, e per il 2015 non sono assolutamente fiducioso.

«Da segretario provinciale del primo sindacato di polizia esprimo un forte e tenace dissenso sulla condotta della politica che, a danno della nostra città, nulla ha fatto. Quello che da tempo sta accadendo a Piacenza non elogia gli importanti e noti politici, che ahi noi, dei  voti elettorali ricevuti anche  dai  piacentini non sono riusciti a ricavarne a Roma la soddisfazione dei bisogni per la nostra cittadinanza, né in termini di qualità di vita né in termini di  sicurezza cittadina, determinando con ciò una forte retrocessione della città ed un default di mandato,  anche in termini di fiducia restituita agli elettori. Con sconcerto ho appreso in questi giorni che, dei 180 neo agenti del 193esimo corso, formati alla scuola di polizia di Piacenza, nessuno di loro resterà nella nostra città, ma ben di più, dei 650 formati in tutta Italia, nessuno sarà assegnato nel nostro capoluogo. La scuola di polizia, tanto per darvi due numeri, in questo 193esimo corso allievi agenti ha primeggiato sulle altre scuole nazionali  formando dei  poliziotti che sono risultati essere in graduatoria i primi di tutto il corso, ma Piacenza non ne potrà beneficiare». Continua la nota del Siulp. 

«La questura di Piacenza versa oramai da tempo in una situazione organica disastrosa: le risorse umane vengono annualmente assorbite dal pensionamento e non più reintegrate, il questore per adempiere ai servizi di istituto è costretto a servirsi di personale anche femminile vicino alla quiescenza; il personale quasi sessantenne naturalmente e facilmente viene ferito dalla violenta utenza extra comunitaria che mal volentieri abbandona questo “paese gruviera”, ormai divenuto terra a portata di mano per chiunque intenda predare e delinquere. Roma, piuttosto di inviare uomini effettivi a Piacenza, preferisce sopperire al problema dei numeri inviando saltuariamente risorse umane dai reparti prevenzione crimine di altre città, con un importante inutile dispendio economico alla faccia della spending review e della legge Madia che ci vorrebbe declassati a commissariato. Oggi, sento di declinare anche la fiducia che riposi nel sottosegretario all'interno Filippo Bubbico all'ordine dell'incontro avvenuto nella nostra questura ad inizio anno, allorquando egli dichiarò, avendo contezza del fatto che la nostra situazione organica era tragica e l'età media dei poliziotti era troppo alta, la volontà di occuparsene, ma quella promessa ad oggi non è stata mantenuta».

«Numeri alla mano, a Cremona andranno 14 neo poliziotti; anche Parma, Lodi, Alessandria, Reggio Emilia, Biella e Ferrara vedranno l’ingresso di nuovo e giovane personale. Non vado oltre per dire che Piacenza non è nel cuore di nessuno e che la nostra città è passata dalle stelle ai mappali dei predoni di ogni origine e nazione. Intanto, nelle vicine nazioni europee si consumano tragedie umane e atti di terrorismo disumani che, nondimeno, riportano il focus dell’attenzione sulla necessità ed indispensabilità di un sistema di protezione forte e sicuro; ciò nonostante, il messaggio appare non essere recepito e in Italia si continua a tagliare sulla sicurezza e a proporre rinnovi contrattuali ai polizidal valore di una pagnotta dopo anni e anni di fermo stipendiale». Conclude Pietrarelli. 

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