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Cronaca

Bisi (Coldiretti): «Nitrati, non accettiamo di essere il capro espiatorio»

“Si continua a dire che i responsabili dell’inquinamento delle acque  siano i liquami agricoli, ma nessuno è in grado di fornire una documentazione non solo sui dati agricoli, ma anche, ad esempio, sul carico di azoto che finisce nelle acque pubbliche provenienti dai depuratori cittadini o dagli scarichi industriali”. Così il Presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi torna sulla questione nitrati.

“I risultati di recenti studi, sottolinea Enrica Gobbi responsabile ambiente di Coldiretti Piacenza, hanno, infatti, chiaramente validato l'ipotesi che indica il carico zootecnico come fattore non determinante nell'inquinamento da nitrati, evidenziando come la vulnerabilità di una determinata zona a tale forma d'inquinamento, non sia riconducibile solo ad aspetti settoriali agricoli. Anzi sembra proprio che gli agricoltori siano i meno responsabili”.

“Nelle zone dove non c’è agricoltura, prosegue la Gobbi, ma si registra una insufficiente depurazione delle acque reflue urbane o sono presenti insediamenti industriali l’inquinamento da nitrati è più elevato rispetto alle aree rurali.  Le nostre aziende agricole stanno rispettando i limiti dei 170 Kg di azoto ad ettaro nelle aree delimitate vulnerabili, con notevoli difficoltà sia economiche, che organizzative  cercando di risolvere questo gravoso problema anche con soluzioni alternative come gli impianti di biogas, nei quali si ha peraltro una valorizzazione energetica dei reflui zootecnici. Il problema dovrebbe essere affrontato in un’ottica complessiva di studio del territorio idrico sostituendo una valutazione fondata su modelli teorici, con l’effettiva verifica delle fonti puntuali e diffuse di inquinamento anche extra-agricole,  con particolare riguardo alla depurazione delle acque reflue urbane, materia rispetto alla quale numerose sono le condanne per inadempimento adottate dall’Ue nei confronti del nostro Paese”.

“Ma dove sono i risultati degli studi fatti  fino ad ora? Ribadisce il presidente Bisi. Dove sono i risultati della ricerca dell’Ispra commissionata e finanziata dalle Regioni sulle cause dell’inquinamento delle acque? A questo punto pretendiamo dati certi per tutti coloro che possono essere coinvolti. Siamo stanchi di essere il capro espiatorio. Abbiamo letto studi e tesi di professori che tecnicamente hanno sostenuto chiaramente le nostre ragioni. Non possiamo più accettare le accuse populiste di chi vuole, alle spalle degli agricoltori, farsi campagna elettorale. Forse questi soggetti preferiscono chiudere le stalle? La Regione si sta accanendo sugli allevatori senza un adeguata documentazione in merito al carico inquinante del bestiame allevato. Coldiretti sostiene da tempo la revisione delle aree vulnerabili e non vuole di certo non rispettare “le regole” imposte dalla direttiva nitrati ma applichiamole dove servono!”

“In ogni caso, conclude il Presidente Bisi, fra un mese ci saranno le elezioni e gli agricoltori, così come i cittadini, sapranno ben distinguere tra i politici che fanno scelte di promozione e valorizzazione dell’agricoltura e chi invece sull’agricoltura, cioè il settore primario per la produzione di cibo, continua a gettare fardelli insostenibili”.

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