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Aggressioni con un'ascia

«Non avessi lasciato la presa mi avrebbe trascinata sull'asfalto»

E' accusato di aver rapinato con un'ascia due donne nel 2015, ma non solo. Successivamente era scappato in Francia ed estradato in Italia nel 2022. Il 24 gennaio in aula hanno parlato i poliziotti delle volanti intervenuti nelle varie occasioni

L'oggi 32enne marocchino El Yahiaouni Anass è accusato di aver aggredito nel 2015 con un'ascia un’infermiera nel parcheggio dell’ospedale nei pressi di via Campagna per rapinarla. Le aveva intimato di dargli la borsa altrimenti l'avrebbe ammazzata. La donna aveva reagito e lui l’aveva ferita. Pochi giorni dopo per scappare dalla polizia era fuggito a bordo di un’auto e si era schiantato ed era scappato. Qualche giorno dopo era stato bloccato sul Corso e anche lì aveva cercato di fuggire. 

Era poi riuscito ad arrivare  in Francia dove pare avesse commesso altri reati per i quali era stato arrestato e poi detenuto fino a quando nell’agosto 2022 era stato estradato in Italia e messo alle Novate. Nella mattina del 24 gennaio è comparso in tribunale davanti al collegio presieduto da Stefano Brusati ed è imputato per gli svariati reati commessi a Piacenza otto anni fa, è difeso dall’avvocato Jonathan Vignali. In aula, incalzati dal pm Emilio Pisante, hanno deposto svariati testimoni tra i quali i poliziotti delle volanti che all’epoca erano intervenuti e anche un’anziana piacentina: l’uomo è accusato di aver rapinato anche lei. «Ho cercato di farlo scendere dall’auto e l’avevo afferrato ma ho lasciato la presa quando ha ingranato la marcia ed è partito a folle velocità: non l’avessi fatto mi avrebbe trascinata».

A dirlo in aula una poliziotta che, insieme ai colleghi, era intervenuta nei pressi di via Ventiquattro Maggio. Era stato segnalato un uomo che armeggiava vicino alle auto parcheggiate, all’arrivo della prima volante lo straniero era seduto al posto di guida di una Fiat Punto, l’agente ha cercato di farlo uscire ma questo è partito a tutta velocità «rischiando di travolgere frontalmente l’altra volante che stava arrivando» – hanno spiegato gli agenti -. Ne è nato un inseguimento fino alla rotonda di via Genova dove questo, per l’alta velocità, si è schiantato contro la vetrina di un negozio di fiori. Nel baule era stata ritrovata l’ascia usata contro l’infermiera, cellulari e alcuni portafogli. Di lì gli agenti hanno capito che poteva trattarsi della stessa persona che aveva aggredito la donna.

«Nonostante l’impatto è scappato a piedi e noi lo abbiamo rincorso – dicono – fino a quando lo abbiamo perso nei pressi di via Maddalena». Qualche giorno dopo gli stessi agenti lo hanno rintracciato sul Corso, all’angolo con lo Stradone Farnese: «L’ho riconosciuto – spiega il poliziotto – e lo abbiamo fermato e chiesto i documenti. Ci ha lanciato un foglio di carta stropicciato e ha iniziato a correre. Lo abbiamo fermato pochi metri dopo insieme ad altri colleghi che, provenienti dalla direzione opposta, l'hanno “chiuso”. Anche in questo frangente ha cercato di fuggire spintonandoci e tirandoci calci». Il processo è stato quindi aggiornato per sentire altri testimoni.

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