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Mohamed Chraka al sostituto procuratore: «Non volevo far del male a Zahira»

Indagini preliminari per l'assissinio di Zahira Aitali, 29enne marocchina. Dagli interrogatori sono emerse le divergenze della coppia, ma, da quanto è trapelato, l'ex marito «non voleva uccidere». Il giudice, oltre ad aver convalidato l'arresto, ha anche disposto la custodia cautelare in carcere per l'uomo, principale indiziato

Volevo soltanto parlare con lei. Poi abbiamo iniziato a litigare e l'ho colpita piano con il bastone. Ma non volevo farle del male». Mohamed Chraka ha risposto a tutte le domande del sostituto procuratore Antonio Colonna nel colloquio di ieri sera fino a mezzanotte, e a quelle del giudice per le indagini preliminari oggi pomeriggio durante l'interrogatorio di garanzia in carcere alle Novate. Il marocchino, 40 anni con alcuni precedenti per spaccio di coca, è stato arrestato il giorni di Pasqua dalla squadra mobile di Piacenza con l'accusa di aver brutalmente sgozzato la moglie Zahira Aitali, 29 anni, trovata morta venerdì scorso all'angolo tra via Boscarelli e via Vaiarini.

 L'ex marito della donna rimarrà in carcere, almeno per tutta la durate delle indagini preliminari. Il giudice, oltre ad aver convalidato l'arresto, ha infatti anche disposto la custodia cautelare in carcere. Ad entrambi gli interrogatori era presente anche l'avvocato piacentino Piero Spalla, del Foro di Piacenza, legale di fiducia del presunto assassino.
 
 Stando ad alcune indiscrezioni, sembra che lo straniero abbia negato con fermezza la volontà di uccidere l'ex moglie, confermando tuttavia le profonde divergenze tra di loro. «Adesso io sto con un altro uomo - avrebbe detto Zahira all'ex marito che l'aveva attesa sotto casa intorno alle 18,30 - e sarà lui il padre di nostra figlia». Il 40enne, dal canto suo, chiedeva alla giovane di consegnargli alcuni documenti necessari alla pratica di divorzio che la coppia aveva avviato in Marocco. «Il bastone l'ho trovato casualmente lì sul posto - sembra abbia detto lo straniero ai magistrati - mentre il taglierino lo porto sempre in tasca con me. Ma l'ho colpita piano sulla testa, non volevo ucciderla. Ero arrabbiato per la sua reazione».

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