rotate-mobile
Cronaca Centro Storico / Piazza Duomo

L'omelia del vescovo Ambrosio: "Venne tra i suoi, e non lo accolsero"

Il messaggio in cattedrale del vescovo Ambrosio, nella messa solenne di Natale: ""Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto". È la storia dell'umanità, la drammatica storia della libertà dell'uomo di fronte a Dio"

Ecco i passaggi più significativi dell'omelia del vescovo monsignor Gianni Ambrosio durante la messa solenne di Natale in cattedrale. "La lunga attesa è ormai compiuta, le antiche parole dei profeti sono diventate realtà: l’Emmanuele è apparso nel mondo, il Verbo si è fatto carne. La liturgia ci invita a contemplare con stupore rinnovato questo mistero presentandoci l’inizio del Vangelo di Giovanni, il denso prologo del quarto Vangelo: siamo subito condotti all’identità di quel bambino venuto alla luce su questa terra, nato a Betlemme. Egli è la Parola di Dio, è il Figlio di Dio dall’eternità: “In principio era la Parola, la Parola (…) era Dio”.

"Questa Parola eterna “si è fatta carne e ha dimorato tra di noi”: ecco il Natale, il dono di Dio per noi. Siamo invitati a tenere insieme - prosegie l'antistite -, in un unico sguardo, l’umile mangiatoia di Betlemme e la Parola eterna, la giovane donna di nome Maria che partorisce il figlio e l’eterno disegno di Dio. Ecco la nostra fede gioiosa che può contemplare la “gloria del Figlio unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità”. Ecco la nostra professione di fede che arriva a riconoscere che Gesù Cristo “discese dal cielo per noi uomini e per la nostra salvezza”, come recitiamo nel Credo. Sì, il Verbo si è fatto carne per noi, per ciascuno di noi, per donarci la salvezza e farci diventare figli di Dio".

"Così Gesù ci ha manifestato l’amore del Padre - continua il presule della diocesi di Piacenza-Bobbio - e ci ha inseriti in questo amore. La sua nascita nella nostra fragile condizione umana – espressa nel suo “porre la sua tenda in mezzo a noi” – è la manifestazione visibile di questo amore di Dio per noi, di un Dio che, in Cristo, si fa piccolo per avvicinarsi a noi, si fa uomo per comunicarci la sua vita divina. Questo grande amore di Dio, come abbiamo ascoltato nella seconda lettura, già si era manifestato perché “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti”. Ma solo ora, solo “in questi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1, 1-2).

"“Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto” - conclude monsignor Ambrosio -. È la storia dell’umanità, la drammatica storia della libertà dell’uomo di fronte a Dio, un Dio che si fa piccolo per lasciarci liberi di accoglierlo. Siamo di fronte al mistero, il mistero di Dio e il mistero dell’uomo. Ma proprio nel Verbo incarnato troviamo la luce che illumina l’uomo e lo rende capace di camminare nella libertà verso l’amore paterno di Dio: “a quanti (…) lo hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio”. Nella vita di amore e di libertà di Gesù, si manifesta l’amore di Dio per gli uomini e nello stesso tempo si svela l’uomo nella sua piena e vera umanità, come Dio l’ha pensato e creato. Nel riconoscere Gesù e nell’accoglierlo, noi conosciamo noi stessi e la nostra vocazione: siamo figli di Dio, partecipi della stessa vita di Dio, capaci di vivere anche noi nella libertà e nell’amore. Con Gesù che viene a condividere la nostra vita, Dio fa appello al nostro cuore e alla nostra libertà di accettare il suo amore, si fa piccolo per liberarci dalle pretese di grandezza e di potere, si è incarnato per rendere noi liberi e capaci di amare. Sì, siamo invitati a riconoscere la nostra vera grandezza umana, siamo invitati a difendere la nostra autentica dignità di persone umane lottando contro le molte chiusure, le diverse prevaricazioni, le tante forme di disumanità che deturpano e sfigurano il nostro volto umano"".

Immagine di Ambrosio da flickr.com

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'omelia del vescovo Ambrosio: "Venne tra i suoi, e non lo accolsero"

IlPiacenza è in caricamento