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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Pierini, psichiatri divisi sulla capacità di Gino Laurini

Secondo i periti del Tribunale, il giovane è in grado di intendere e di volere. Per il medico della difesa invece c'è un «deficit di volontà» dovuto al rapporto con la madre

Gino Laurini è in grado di intendere di volere, secondo gli psichiatri nominati dal Tribunale. No, Gino Laurini, 23 anni, ha un deficit di volontà provocato dal rapporto problematico con la madre Maria Grazia Guidoni, 46enne, ha sostenuto lo psichiatra della difesa.

Si è svolta oggi, 23 marzo, l’udienza davanti al giudice per l’udienza preliminare Adele Savastano che ha visto i periti presentare i risultati delle loro visite sul ragazzo accusato di aver ucciso la nonna, Giuseppina Pierini, in concorso con la madre, a Pontenure il 3 luglio 2012. La donna sta affrontando il processo, mentre il ragazzo ha chiesto il rito abbreviato, che è stato condizionato alle perizie mediche.

Il difensore di Gino, l’avvocato Sandro Nunzi del Foro di Grosseto, ha contestato le perizie degli psichiatri Mario Mantero (di Milano) e Giacomo Filippini (Brescia). Secondo il legale, i medici hanno affrontato soltanto il lato patologico definendo “normale” il rapporto con la madre. «Gino è cambiato, non è più quello del 2012». Un cambiamento che, invece, sarebbe emerso dalla perizia affidata a Filippo Lombardi, psichiatra dalla Ausl piacentina. Il “deficit di volontà” è venuto a galla dopo le visite. Un aspetto questo, sottolineato anche da alcuni testimoni, tra cui i parenti, del processo nei confronti di Guidoni, descritta spesso come una donna dalla personalità forte.

In aula era presente anche il pm Roberto Fontana, che ha ascoltato le relazioni dei tre medici. Gino è fondamentale per il processo. E’ stato proprio lui - oggi in libertà - a consentire il ritrovamento del corpo (inn realtà solo le ossa) della nonna il 12 novembre 2015, in un podere a Massa Marittima. Laurini, dopo aver rivelato tutto al secondo marito della madre, decise di andaredai carabinieri per raccontare che cosa fosse avvenuto nell’abitazione di Pontenure tre anni prima. Secondo la procura, la povera Pierini subì un tentativo di avvelenamento, venne soffocata, poi fu trasportata in auto fino a Massa Marittima. Il cadavere di Pierini venne gettato in un’area della casa, ricoperta di rovi, dove rimase per tre anni. Fino a quando i carabinieri, su indicazione di Laurini, non portarono alla luce le ossa dell’anziana. Una donna uccisa, secondo la procura, perché la figlia temeva di restare senza la pensione che Pierini percepiva. Nell’ultima udienza, Maria Grazia Guidoni ha detto che a uccidere Pierini è stato Gino.

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