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Cronaca

Ospedale di Fiorenzuola, Coldiretti: «Prevalga l'interesse della comunità»

I presidenti di sezione Coldiretti della Val d'Arda auspicano un intervento in nome della comunità e della sua tutela

E’ ormai un mese che la questione dell’Ospedale di Fiorenzuola tiene banco; numerose sono state le parole dette, le proteste organizzate e gli schieramenti politici. Una questione che tocca ognuno di noi, mondo agricolo compreso.

Le Regioni hanno avuto l’obbligo di fare una ricognizione su tutti gli ospedali in base ad una norma nazionale del 2008, norma scaturita dopo il crollo di una scuola in Molise che provocò la morte di 30 bambini e della maestra. L'azienda Usl ha commissionato la verifica e dovrà fare i lavori di messa in sicurezza per l’ospedale di Fiorenzuola; la stima dell'importo dei lavori è di circa 12 milioni di euro, due dei quali già in possesso dell'azienda mentre altri 10 sono stati promessi dalla regione e occorrerà vigilare perché le promesse siano mantenute. Il cantiere intero potrebbe durare circa due anni, ma forse potrà essere realizzato a stralci per abbassare il livello di disagio della popolazione e dei lavoratori.

Per gli imprenditori agricoli della zona di Fiorenzuola e dei comuni limitrofi, l’Ospedale in questione è un punto di riferimento al quale rivolgersi nei momenti di bisogno e per tanto c’è preoccupazione circa la risoluzione della questione e le prospettive future di questo presidio.

“Non vogliamo che le polemiche ostacolino i lavori, affermano i Presidenti di sezione Coldiretti della zona Val d’Arda, quello che ci auguriamo, nel rappresentare gli interessi dei nostri agricoltori, ma anche come semplici cittadini è che si passi oltre queste polemiche sterili fatte a posteriori e che non fanno altro che rendere più oneroso un lavoro che, coinvolgendo l’interesse supremo della collettività, è già complicato di per sé.  Si tratta di rendere sicuro un luogo di salute e di lavoro: che l’ospedale non caschi perché strutturalmente insicuro è nell’interesse della comunità, nonostante i disagi che la temporanea chiusura di alcuni reparti possa comportare a pazienti e dipendenti”.

“A volte, concludono i presidenti, per migliorare bisogna sopportare un sacrificio e se la messa in sicurezza deve essere fatta, sicuramente si fa per garantire l’incolumità di tutti; pertanto il sacrificio è, non solo d’obbligo, ma il minimo che si possa fare. Questo creerà dei disagi? Certo, ma se il fine è buono, noi ci auguriamo che l’interesse della collettività prevalga anche questa volta”.

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