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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Palazzo Farnese negato alle unioni civili. «Non c’è discriminazione»

I senatori del Pd Cirinnà e Lo Giudice criticano la scelta dell'Amministrazione di ospitare l'atto solamente nella sede dell'anagrafe: «Decisione illegittima». Ma l'assessore Buscarini si difende

Il Comune di Piacenza nega il Salone Pierluigi di Palazzo Farnese alle unioni civili, riservando loro solo la sede comunale dell'anagrafe. Una decisione contestata dai senatori, e colleghi di partito del Pd, Monica Cirinnà e Sergio Lo Giudice: ritenuta da loro una decisione "illegittima" perché il sito del Comune «indica come unica sede per la celebrazione dei matrimoni civili» proprio quel salone. «Speriamo - aggiungono - che il Comune non voglia essere esempio di quei trattamenti discriminatori che troverebbero comunque risoluzione in un'aula di Tribunale». 

Unioni civili, l’assessore Buscarini: «Nessuna discriminazione dal Comune di Piacenza»

“Nessuna discriminazione, né disparità di trattamento tra matrimoni e unioni civili”: l’assessore ai Servizi al Cittadino Giorgia Buscarini rifiuta con decisione le critiche rivolte all’Amministrazione comunale in tal senso, sottolineando “la provvisorietà, motivata dall’urgenza”, del provvedimento che destina la sede municipale di viale Beverora, anziché il salone Pierluigi di Palazzo Farnese, alla nuova formula prevista dalla legge Cirinnà. “Credo che la normativa sulle unioni civili rappresenti un fondamentale passo in avanti per la tutela dei diritti della persona – sottolinea infatti l’assessora – ed è proprio per questo che il Comune di Piacenza intende adempiere da subito alla legge, dando già entro questo mese la possibilità, a chi lo aspetta da tanto, di sancire ufficialmente il proprio legame affettivo. E’ paradossale che questo sforzo di dare riscontro immediato alle nuove disposizioni, venendo incontro alle esigenze dei cittadini senza lungaggini, venga criticato anziché riconosciuto. Ai senatori Cirinnà e Lo Giudice vorrei dire che se è importante lottare per la parità di trattamento di tutti i cittadini, superando gli steccati del pregiudizio e della burocrazia, altrettanto doveroso è fornire gli strumenti adeguati a chi ha il compito di attuare le nuove regole. Ancora una volta – prosegue Giorgia Buscarini – ai Comuni vengono attribuite funzioni aggiuntive, continuando nel contempo a tagliare le risorse economiche e umane”.

“L’ufficio competente – spiega l’assessore – oggi deve occuparsi non solo di matrimoni, ma anche di separazioni, divorzi e unioni civili. Con lo stesso personale che prima gestiva unicamente le nozze non religiose. Occorre tempo per riorganizzare la macchina amministrativa, ma abbiamo voluto dare sin d’ora una risposta concreta, mettendo a disposizione non uno spazio di serie B, ma una sala già destinata ai matrimoni: il nostro Regolamento cita esplicitamente non solo Palazzo Farnese, ma anche la casa comunale, che è la sede di viale Beverora”. “Anche a nome del sindaco – conclude l’assessore Buscarini – ritengo che il Comune di Piacenza non abbia certo bisogno di lezioni o insegnamenti in materia di rispetto delle persone e dei loro diritti. Spiace doverlo ribadire per respingere accuse pretestuose e infondate”. 

L’assessore Piroli: «Abbiamo sempre operato per le pari opportunità, contro le discriminazioni»

“Questa Amministrazione comunale ha sempre operato per sviluppare nella comunità piacentina le pari opportunità e per affermare i diritti civili di tutti i cittadini, senza alcuna distinzione”. A ribadirlo è oggi l’assessore con delega alle Pari Opportunità, Giulia Piroli: “La questione della sede da utilizzare per celebrare le unioni civili – commenta – è meramente organizzativa. Come precisato dalla mia collega di Giunta, Giorgia Buscarini, la si è affrontata in maniera provvisoria proprio per rispondere immediatamente alle richieste di poter esercitare un diritto, ma sarà meglio definita nel tempo. Dico con convinzione che anche questo ingranaggio sarà perfettamente oliato a breve termine, perché è palese che non ci possano essere differenze rispetto ai criteri e ai luoghi che il Comune utilizza per i matrimoni civili. Non possono esistere discriminazioni tra matrimoni di serie A e unioni civili di serie B”.

“La nostra Amministrazione – prosegue Giulia Piroli – ha sempre lavorato su tutti i fronti per promuovere le pari opportunità, contrastando pregiudizi e discriminazioni. Mi preme ricordare le iniziative contro l'omofobia e la promozione delle politiche di genere a partire dalle scuole, oltre all'attiva collaborazione con tutte le associazioni e i soggetti che su questi temi si impegnano sul nostro territorio. Parliamo di questioni importanti, che hanno risvolti concreti nella vita di tante persone e che, a maggior ragione per questo, non dovrebbero essere oggetto di strumentali polemiche politiche che non portano alcun beneficio ai cittadini, ma servono solo ad alimentare uno scontro interno ai partiti”.

“Invece di festeggiare questa svolta fondamentale – conclude l’assessore Piroli – si è voluta scatenare una tempesta in un bicchiere d’acqua, con starnuti conseguenti a raffreddori prevedibili. Peraltro, sono sicura che avrà modo di rivedere la sua posizione anche il senatore Lo Giudice, che nel 2014 aveva presentato un’interpellanza parlamentare proprio per condannare l’affossamento del questionario Agedo contro l’omofobia nelle scuole: un fatto purtroppo accaduto a Piacenza, per il quale si era indignato come la sottoscritta, a differenza di esponenti locali di marcata sensibilità che, all’epoca, erano rimasti in silenzio. Anche questa volta, come sempre, l’Amministrazione comunale risponde con fatti concreti, determinata nel proseguire con la propria politica di inclusione e di apertura sulle pari opportunità e sui diritti civili”.

Putzu (Fi): «Il centrosinistra predica bene e razzola male»

«La chiara discriminazione -con violazione della legge dello Stato- che il Comune di Piacenza intende mettere in atto con la celebrazione "obbligatoria" delle unioni civili nella "location di serie B" presso l'Anagrafe di via Beverora, va denunciata e contrastata con il massimo della decisione. Le patetiche motivazioni (logistico-amministrative) di assessore e sindaco non risultano convincenti e comunque nella sostanza sono lesive dei diritti che devono -per legge- essere uguali per tutti i cittadini, compreso -nello specifico- la possibilità di celebrare nel migliore dei modi un momento cosí significativo della propria vita. Anche in questo caso purtroppo il centro sinistra ribadisce di "predicare bene e razzolare male". A quando un cambiamento per Piacenza?».

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