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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Patteggia 4 anni e mezzo il papà delle gemelline che pianse in tv

Stefano Morellato, 38 anni, era imputato di estorsione, furto, sostituzione di persona e falso per induzione. Condannati col rito abbreviato anche gli altri due complici. Sono ancora tutti in carcere

Il suo caso aveva impietosito l’Italia (con la moglie e due gemelline costretti a vivere in strada), ma poco dopo era stato arrestato dai carabinieri che lo avevano ritenuto responsabile, con due complici, di alcune estorsioni ai danni di cittadini a cui si presentavano come falsi carabinieri.

Sono state condannate questa mattina le tre persone, tuttora in carcere, accusate nello scorso settembre di estorsione, furto, sostituzione di persona e falso per induzione. Il padre delle due bimbe, affidate ora ai servizi sociali, ha patteggiato una pena di 4 anni e sei mesi. L’uomo, S.M. di 38 anni, assistito dall’avvocato Francesco Monica, aveva ammesso gli addebiti. L’uomo è stato assolto dal reato di indebito utilizzo del tesserino dell’Associazione nazionale carabinieri. La richiesta di assoluzione è arrivata dallo stesso pm, Emilio Pisante al giudice per l’udienza preliminare Gianandrea Bussi.

Gli altri due complici, due fiorenzuolani, Roberto Oretti 29 anni e P.C. di 42, hanno scelto il rito abbreviato (che consente lo sconto di un terzo sulla pena). R.O., difeso dall’avvocato Francesco Monica è stato condannato a 4 anni e sei mesi. Paolo Castellana, assistito da Massimo Saltarelli, è stato condannato a tre anni di reclusione.

Secondo Monica, il suo assistito “ha poche responsabilità, perché non aveva alcun apparato materiale utilizzato, ad esempio la pistola giocattolo o l’auto. Inoltre, non gli è stata ritrovata refurtiva. Lette le motivazioni valuterò il ricorso in Appello”. Anche Saltarelli deciderà se ricorrere e afferma che “il mio imputato ha avuto un ruolo marginale negli episodi contestati e secondo me era estraneo ai fatti”.

Il caso era finito alla ribalta perché il padre era stato intervistato a Canale 5 da Barbara D’Urso, alla trasmissione Pomeriggio Cinque, dopo che lui e la moglie giravano per Piacenza con la carrozzina e dormivano in auto. Qualche settimana dopo, però, il padre venne arrestato dai carabinieri, con i due di Fiorenzuola, perché ritenuti gli autori di alcuni colpi ai danni di alcune persone fermate con la scusa di essere carabinieri. I tre avrebbero chiesto denaro per chiudere un occhio sugli eventuali illeciti commessi dagli ignari cittadini.


E dall'inchiesta della Compagnia carabinieri, era emerso che Morellato era realmente iscritto all'Associazione nazionale carabinieri di Rimini, città dove aveva vissuto alcuni anni e dove aveva riportato una condanna a tre anni per rapina. Con i soldi della vendita di una tv rubata in un'abitazione, Morellato aveva comprato due pistole finte (due Beretta 92 FS, uguali a quelle in dotazione a polizia e carabinieri, solo che erano di plastica) in un negozio di giocattoli e con il resto aveva acquistato i pannolini per le due gemelline. Poi, l’incontro in un bar con i due uomini di Fiorenzuola e la decisione di raggranellare un po’ di soldi con alcune scorrerie. Il finale, però, non è stato quello che si aspettavano.

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