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Cronaca Stazione / Piazzale Guglielmo Marconi

Pendolari, scontro a distanza tra le due associazioni sulla sede e non solo

Pendolari. Le due associazioni a confronto ma rigorosamente a distanza. L'associazione Pendolari davanti alla sede in stazione, l'altra, l'Unione Pendolari, alla casa delle associazioni in via Musso

Pendolari. Le due associazioni a confronto ma rigorosamente a distanza. L'associazione Pendolari davanti alla sede in stazione sotto la pioggia (poca), l'altra, l'Unione Pendolari, alla casa delle associazioni in via Musso. La prima non vuole dividere la sede con la seconda che invece non capisce le ragioni di questo rifiuto.

Pendolari: scontro a distanza tra associazioni

Storie di ordinario associazionismo verrebbe da dire, senonchè il momento è molto delicato: tra meno di un mese si sceglierà il nuovo sindaco di Piacenza e i nodi adesso vengono tutti al pettine per usare un bel luogo comune. In stazione erano presenti quasi tutti i candidati sindaco alcuni dei quali rappresentati da delegati. Mancava solo Pietro Luigi Tansini. Sotto la pioggia anche una quindicina di sostenitori dell'associazione.

Lo sfratto dell'associazione viene interpretato da un Fittavolini molto arrabbiato come la dimostrazione palese che «stiamo sulle scatole a qualcuno. Per la questione dello sfratto ci sono gli avvocati che se ne stanno occupando ma non si doveva arrivare a questo punto. Tutto quello che c'è in sede è nostro: tavoli, sedie, computer, non c'è dubbio che queste cose le vogliamo condividere con quelli che sono scappati da qui perchè non stavano bene. Adesso vogliono ritornare? No, non ci stiamo. Se vengono stanno al buio perchè la luce la paghiamo noi».

Sede a parte, ce n'è stato anche per il comportamento sempre del Comune circa altri episodi. E qui Fittavolini parte con una serie di domande tutte con risposta assolutamente negativa: «Il Comune ha chiamato Trenitalia a rendere conto sul discorso del protocollo d'intesa che riguarda la Tav? Il Comune ha dato una mano ai pendolari che si sono pagati di tasca loro le spese legali contro Trenitalia per i rimborsi per il danno esistenziale che hanno subito? Anzi, ha risposto che era una cavolata fare causa. Insomma un atto di coraggio dal punto di vista civico e una presa di posizione in difesa di migliaia di cittadini sarebbe stata una cosa gratificante: avrebbe significato che il Comune stava dalla parte dei cittadini piacentini che lavorano fuori ma che pagano le tasse a Piacenza. E invece il nulla».

E continua: «Per non parlare delle Consulta del pendolarismo: nessuno l'ha più convocata, poi ad un mese dall'inizio della campagna elettorale ecco che tutti si svegliano magicamente e ci vengono a chiedere cosa abbiamo bisogno: noi abbiamo bisogno di cose che chiediamo da 20 anni e che sono a costo zero». Manco a dirlo ovviamente tutti i candidati presenti o rappresentati hanno promesso di portare avanti la questione smorzando i toni molto accesi, cercando di trovare un accordo e un confronto che porti tutti alla serenità.

L'ASSEMBLEA DELL'UNIONE PENDOLARI - «Nessuno ha sfrattato l'associazione dei pendolari piacentini. Loro, semplicemente, non vogliono condividere la sede del Comune con noi. Vogliono montare un caso, fare vedere che sono vittime stando con gli ombrelli e le sedie sotto la pioggia».

Marinella Chiodaroli, presidente dell'Unione dei Pendolari piacentini, ha presieduto l'assemblea dell'associazione concorrente a quella di Ettore Fittavolini in una stanza nella Casa delle associazioni di via Musso, mentre, contemporaneamente, i loro colleghi "rivali" tenevano un incontro (il secondo in due settimane) con i candidati alla poltrona di sindaco. Intanto però l'unione presieduta da Chiodaroli ha aperto la campagna tesseramenti: «Abbiamo già cinquanta tessere pronte» spiega insieme ai suoi collaboratori. Inevitabile, dunque, finire sull'argomento spinoso della sede dei pendolari. Quei locali, in piazzale Marconi, di proprietà del Comune, che di recente ha cambiato le serrature per poter effettuare i lavori di ristrutturazione che consentiranno a entrambe le associazioni di poter svolgere le proprie attività per il bene della categoria.

Per tracciare brevemente la storia, basta dire che fino al 2005 esisteva solo l'Associazione dei pendolari piacentini, presieduta allora proprio da Marinella Chiodaroli. Poi però, nei primi mesi del 2006, vi fu la scissione, con la fuoriuscita di alcuni pendolari che decisero di fondare l'attuale Unione dei pendolari piacentini. Come mai? «Perché non eravamo d'accordo con l'arroganza e la testardaggine che attualmente vige ancora in quella associazione. Le finalità sono sempre le stesse, cioè gli interessi e il bene della categoria dei pendolari, ma cambia il metodo e il modo di porsi». «Loro non vogliono aver nulla anche fare con noi - continuano quelli dell'unione - Noi invece, per un'eventuale sede condivisa, siamo disponibili a qualunque compromesso: un giorno a testa, tre giorni loro e tre noi, una stanza a testa. Però, ad esempio, noi difendiamo a spada tratta il parcheggio delle bici coperto e custodito, loro invece no».

 

 

 

 

 

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