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Cronaca

«Per fare giustizia è fondamentale tenere distinte le condotte: no al "tutti sapevano tutto"»

Caso Levante, processo con rito abbreviato per cinque carabinieri. Nell'udienza del 24 maggio hanno preso la parola i legali di Giacomo Falanga: per nove ore hanno analizzato ogni capo d'imputazione: «Non si faccia di tutta l'erba un fascio»

«Questo è un processo complesso in cui la massima importanza è tenere distinte le condotte, anche se è difficile con migliaia di intercettazioni telematiche e quindici faldoni di atti, per questo la nostra preoccupazione è quella di non fare di tutta l’erba un fascio. Per noi le frasi "tutti sapevano tutto" e "non potevano non sapere" non vanno bene: dobbiamo sapere chi sono questi tutti e cosa sapessero effettivamente perché altrimenti non si fa giustizia: la legge è uguale per tutti, ma la pena no. Da questo punto di vista pertanto bisogna graduare sulle condotte singole e il nostro sforzo è quello di far sapere e cercare di far risaltare al giudice quelle che sono le condotte del nostro assistito, il rischio è quello che vengano accumunate a quelle di altri soggetti che hanno operato in questa vicenda e di avere quindi una sorta di appiattimento e omologazione».

A dirlo al termine dell’udienza durata circa nove ore, Daniele Mancini e Paolo Molaschi gli avvocati dell’appuntato scelto Giacomo Falanga, Daniele Mancini e Paolo Molaschi-2(foro di Lodi).  Il 24 maggio infatti è toccato a loro prendere la parola per l'arringa in aula davanti al gup Fiammetta Modica nel processo con rito abbreviato e che vede sul banco degli imputati cinque carabinieri della stazione di Piacenza Levante arrestati il 22 luglio 2020 insieme ad altre persone al termine dell'inchiesta Odysseùs. In aula i pm Antonio Colonna e Matteo Centini, tutti gli imputati con gli avvocati e le parti civili. La scorsa volta avevano parlato i legali di Daniele Spagnolo ( Aldo Truncè e Francesca Beoni) e di Marco Orlando (Antonio Nicoli). L'unico militare che ha scelto il dibattimento è invece Angelo Esposito. Per Falanga l’accusa aveva chiesto 13 anni senza attenuanti. E’ accusato di tortura, falso, lesioni, violenza privata, sequestro, abuso d’ufficio e peculato per un totale di 30 capi d’imputazione per 18 episodi. Dal giorno dell’arresto si trova detenuto nel carcere di Verbania. Nella prossima udienza i legali termineranno la loro arringa, poi la parola passerà all’avvocato di Salvatore Cappellano, Paolo Fiori e ai legali di Giuseppe Montella, Giuseppe Dametti ed Emanuele Solari.

«Parlare di “militari”, “operanti” etc senza vedere chi era quel giorno in servizio, cosa faceva, dove era, rischia di nonIl pool di magistrati: da sinistra Matteo Centini, Antonio Colonna e il procuratore capo Grazia Pradella (foto Gatti)-2 fare giustizia. Siamo entrati  - hanno spiegato Molaschi e Mancini - nelle singole intercettazioni e annotazioni di servizio della polizia giudiziaria e questo ha portato via molto tempo, per questo ringraziamo il giudice per la pazienza», hanno proseguito i legali mentre a Piacenza Expo, luogo dove si svolge il processo a porte chiuse per le normative anti-Covid, le luci si stavano spegnendo poco dopo le 18.30.  «L’obiettivo è quello non solo di ottenere giustizia dal punto di vista dell’assoluzione, ma anche quello che abbia una pena giusta ed equa qualora sia condannato, ossia che pagasse in proporzione a quello che ha fatto», hanno detto. Circa la richiesta della procura di non concedere nessuna attenuante a Falanga (così come a Marco Orlando nda), i legali hanno commentato: «Una decisione che riteniamo quanto meno discutibile: basterebbe analizzare i capi di imputazione. Questa richiesta ci lascia sconcertati. Discuteremo anche su questo». Le attenuanti prevalenti sono state riconosciute solo a Giuseppe Montella, quelle equivalenti a Salvatore Cappellano e Daniele Spagnolo. «Abbiamo contestato tutti i capi d’imputazione uno per uno e dentro ciascuno abbiamo evidenziato quelle che possono essere anche le condotte non materiali. Falanga in quasi tutti i reati non è accusato di aver commesso il fatto ma di essere correo, ossia di aver moralmente appoggiato chi li commetteva. Vogliamo dimostrare che cosi non è. Falanga non ha né fatto sorgere né rafforzato il proposito di coloro che hanno commesso le condotte materiali contestate dall’accusa. Non c’è nessuno che dice di aver preso uno schiaffo da lui».

RICHIESTE DI PENA - Per l'appuntato Giuseppe Montella sono stati chiesti 16 anni, un mese, 10 giorni, per Salvatore Cappellano sono stati chiesti 14 anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione; per l'appuntato Giacomo Falanga 13 anni; per il carabiniere Daniele Spagnolo 7 anni e 8 mesi; per il maresciallo Marco Orlando 5 anni.

RICHIESTE PARTI CIVILI - Le richieste delle parti civili vanno da un minimo di 4mila euro e un massimo di 300mila euro per un totale di circa 900mila euro. Sono dodici in tutto tra sindacati e persone: PDM, NSC, SILCA, l’avvocatura dello Stato, Osvaldo Padron Lopez, Lyamani Hamza, Seniguer Megid, Ghormy El Mehedi, Paolo Silvestris, Luca Montone, Andrea Bonetti, Elsayed Atef Elazhari.

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