«Per limitare i danni del maltempo servono nuove opere e manutenzione costante»
L'intervento dell'ordine dei geologi dell'Emilia-Romagna
L’ordine dei geologi dell’Emilia-Romagna interviene dopo il maltempo che ha colpito tutta la regione. «Ancora una volta sono bastate poche ore di pioggia per mettere a dura prova il sistema idraulico regionale, con punti di crisi e danni molto rilevanti. Si è trattato di piogge veramente molto intense perché in poco più di 28/36 ore si sono avute precipitazioni superiori ai 250 mm con punte di oltre 440 mm sui crinali dei bacini dell’Enza, del Panaro, del Trebbia, del Taro e del Reno. Questi eventi particolarmente violenti si stanno ripresentando con una frequenza sempre maggiore e il sistema fluviale, che pure fino a pochi giorni fa si presentava reduce da una siccità estremamente critica, mostra i suoi limiti soprattutto quando le piene si riversano in pianura. Andrebbe sempre ricordato che la pianura padana ha origini alluvionali, cioè la sua costruzione è avvenuta nei secoli proprio grazie alla deposizione dei sedimenti portati dai fiumi con le loro piene. È quindi un sistema di per sé stesso fragile dato che i fiumi scorrono tra argini artificiali che sono stati costruiti nei secoli, spesso a ridosso o dentro a paesi e città. Oggi ancora vediamo l’indispensabile dispiegamento delle forze di protezione civile, preziose e encomiabili nel supporto alle popolazioni. Tuttavia si deve riflettere sulla necessità che parallelamente venga posta altrettanta cura e impegno nel rafforzare il sistema di governo e controllo del territorio, in particolare del sistema idraulico regionale. Sono infatti necessari investimenti per la realizzazione di interventi per nuove opere e per la manutenzione costante di quelle esistenti ma anche di strutture tecniche dedicate alla difesa del suolo che devono essere messe in grado di governare la complessità del sistema».