Altre attrezzature per la pesca illegale delle specie di interesse storico e culturale, come pesci gatto, carpe e lucci, sono state ritrovate nel pomeriggio di giovedì 28 febbraio a Caorso dagli agenti di vigilanza ittico-ambientale di “Carp Fishing Italia” e “Accademia Kronos” di Piacenza. Gli operatori erano impegnati in località Zerbio lungo la sponda di un canale di scolo della centrale elettrica, dove si trova l’idrovora. Qui hanno trovato una nassa, ossia un attrezzo da pesca vietato e considerato tra gli strumenti ad alta potenzialità di cattura. È stato sequestrato ad opera degli agenti di polizia giudiziaria ittica delle due associazioni ed è stato redatto un verbale di violazione contro ignoti. «La nassa fatta a forma di ombrello – spiega Alessandro Gambazza, dirigente di vigilanza -, presentava diverse entrate dove il pesce una volta confluito perché richiamato da esche poste all'interno, non riusciva ad uscire a causa di inganni presenti nella rete. Era fissata alla riva del canale con fune e segnalata da una boa: fortunatamente all’interno non vi erano specie ittiche. Molto probabilmente era stata posizionata da poche ore». Proprio per questo motivo gli agenti stanno ora raccogliendo informazioni per risalire ad eventuali testimoni o comunque a persone che possano riferire in merito ai fatti. Nella stessa zona, a circa un centinaio di metri di distanza, è stata individuata una micro discarica abusiva nei pressi del Torrente Chiavenna: c’erano bottiglie, lattine e vari pezzi di plastica. Insieme a Gambazza erano presenti Mauro Beghi, presidente di “Carp Fishing Italia” di Piacenza, e Andrea Borlenghi presidente di “Accademia Kronos”.