Petrolio Po, si chiude il quadro dei danni Chiesti 12 milioni di euro

I primi interventi di bonifica per l'inquinamento da idrocarburi sversati nel Lambro e confluiti nel Po, passata l'emergenza, sono stati al centro di un summit a Piacenza delle 13 Province rivierasche del Po che, distribuite in quattro regioni, hanno precisi compiti istituzionali.

Da oggi - fa sapere la Provincia di Reggio Emilia - torna completamente operativo il depuratore di Monza e "si chiude il quadro dei danni residui almeno per il bacino del Lambro, ma è già stata inviata all'Autorità di bacino una prima bozza di ordinanza ministeriale che prevede uno stanziamento di circa 12 milioni di euro, oltre ai 400.000 già nella disponibilità dell'Autorità per studi e monitoraggi post-evento".

"La somma - proseguono le Province - andrebbe destinata in via prioritaria al rimborso delle spese vive legate alla gestione dell'emergenza, all'attività propedeutica alla bonifica, alla messa in sicurezza delle sponde danneggiate (soprattutto in corrispondenza di opere pubbliche), alla ripresa delle attività produttive temporaneamente sospese e alla pianificazione delle vere e proprie opere di bonifica".

Le Province intendono anche chiedere "all'Autorità di Bacino ed ai Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico di rispettare l'impegno preso con gli Enti locali e le Regioni" per il Progetto speciale strategico 'Valle del Fiume Po', ripristinando lo stanziamento di 180 milioni di euro revocato pochi mesi fa e, precisa la Provincia di Reggio Emilia, "senza attingere dallo stanziamento dedicato all'emergenza idrocarburi". Inoltre la Provincia reggiana, d'intesa con la Regione Emilia-Romagna e le altre Province emiliane rivierasche, sta "valutando l'ipotesi di costituirsi parte civile nel procedimento finalizzato all'accertamento delle responsabilità del gravissimo inquinamento".