Quando il vizio del gioco rovina un rapporto d'amicizia e, soprattutto, di fiducia. E' questa la storia di un pensionato 60enne piacentino, sposato, cliente affezionato e assiduo frequentatore di una tabaccheria del centro cittadino. Ma anche "malato" di gioco da videopoker: e i soldi non bastano mai. Così, ecco la soluzione: rubare Gratta&Vinci. Per le leggi della statistica qualcosa, grattando, si raggranella per forza.

TRADITO SULLA FIDUCIA - Il proprietario - 40enne piacentino - del negozio, si fida del 60enne. E' un cliente abituale, sta lì parecchie ore al giorno. Così, dallo scorso anno, lo lascia da solo nella tabaccheria mentre esce per veloci commissioni, come il pagamento delle bollette. In quegli istanti, il pensionato ha tempo di agire: si avvicina al bancone, apre i cassetti - non portando mai via, però, denaro - e trafuga i Gratta&Vinci. Lo fa decine di volte: ruba biglietti per un valore indicativo di 10mila euro. In tasca, si mette mazzette anche da 20 Gratta&Vinci alla volta. E chissà quanto possa aver vinto.

LA FLAGRANZA E IL MEA CULPA - Nel fare l'inventario, il tabaccaio s'accorge che qualcosa non va. Pochi i ricavi e troppi i biglietti venduti. Qualcuno li ruba, o li ha rubati. Avvisa la polizia, che subito individua nel possibile autore l'amico-ladro. Viene installata una telecamera nascosta, che in pochi giorni immortala il 60enne nel furto. L'uomo, una volta spalle al muro, sembra particolarmente affranto (incolpa la necessità di "fondi" per il vizio del gioco) e pronto a riparare al danno. Così, per lui, non scattano le manette, ma una denuncia per furto continuato.