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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Il Giorno della Memoria, gli interventi di Reggi e Trespidi: "Diventare testimoni"

Il 27 gennaio ricorre il "Giorno della Memoria", la data che ricorda lo sterminio degli ebrei nella Seconda Guerra Mondiale. Il sindaco Roberto Reggi e il presidente della Provincia Massimo Trespidi intervengono per "Non dimenticare"

Il 27 gennaio ricorre "Il Giorno della Memoria", data che ricorda il 27 gennaio 1945, quando le Forze Alleate giunsero presso la città polacca di Oswiecim (nota con il nome tedesco di Auschwitz), scoprendo il campo di concentramento. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista, perchè al di là di quel cancello, oltre la scritta «Arbeit macht frei» (Il lavoro rende liberi), apparve l’inferno.

IL SINDACO REGGI - "In un’epoca che con troppa facilità tende a rimuovere il fardello di una memoria che annichilisce e scuote le coscienze, onorare il ricordo di coloro che hanno subito la la tragedia immane dell’Olocausto, significa riconoscere che quello stesso dolore del passato, per quanto gravoso sulle nostre spalle, può essere allo stesso tempo maestro nel preservarci dagli atroci crimini contro l’umanità già commessi. Un Paese che non è custode della propria storia, anche nei suoi risvolti più duri e difficili da ripercorrere, non può avere futuro".

E prosegue: "Ed è con questa consapevolezza che oggi tributiamo il nostro omaggio commosso a tutte le vittime - furono 44 mila solo i deportati italiani - della follia, violenta e priva di qualsiasi giustificazione, del nazifascismo. Donne, uomini e bambini privati della loro dignità, della loro essenza stessa di persone, ridotte a numeri marchiati sulla pelle perché di religione ebraica, perché disabili, perché omossessuali, perché di radici etniche diverse da quelle della maggioranza della popolazione. O, semplicemente, perché non allineate al regime totalitario".

 IL PRESIDENTE TRESPIDI - "Credo che ogni anno, questo giorno, rappresenti un momento importante per la nostra comunità, è uno di quei momenti, sempre più rari, nei quali istituzioni, cittadini di ogni età e di ogni credo sono chiamati a incontrarsi, a ritrovarsi, accomunati da un medesimo sentire, da un comune sentimento. Uniti, solidali, unanimi nel ricordare e onorare la memoria dei morti e di coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Ci troviamo per condannare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei e degli italiani e dei tanti che per motivi di etnia, condizione, cultura hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte".

E continua: "Abbiamo ancora l'obbligo di cercare la verità, il dovere di comprendere come sia stato possibile che l'Europa, al culmine della sua civiltà, abbia commesso un simile atto di sterminio. Come sia stato possibile che grandi Paesi, culle di civiltà, come la Germania si siano rese responsabili - in modi e gradi diversi, ma pur sempre responsabili - di un massacro così immenso. L'olocausto non nacque dal nulla. La cultura ne preparò il terreno, una certa cultura, la politica provvide alla legittimazione. Il regime nazista portò a compimento un piano meticolosamente predisposto per privare un popolo intero della sua identità ed esistenza e per eliminare decine di migliaia di disabili, considerati “bocche da sfamare di vite non degne di essere vissute”.

E conclude: "Abbiamo più che mai il dovere di impegnarci a quel valore fondamentale che è la dignità della persona, di ogni persona, che l'Europa aveva appreso dalle sue radici cristiane e perso quando rimase vittima dell'idea che l'uomo non conta nulla e che la sua libertà debba essere soggetta o sacrificata nel nome delle masse e degli Stati. Abbiamo il dovere di insegnare, diffondere, difendere, promuovere la libertà, la tolleranza il rispetto, la solidarietà che sono il miglior antidoto contro ogni sorta di discriminazione fra i diritti delle persone e delle genti".

Di seguito l'elenco dei cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti a cui il presidente della Repubblica ha conferito la medaglia d'onore:

VIVENTI:

FERRARI GIUSEPPE, internato come militare in Germania. Nato a Ferriere il 21/01/1924

ALLA MEMORIA:

ANELLI ERNESTO, internato come militare in Germania. Nato a Piacenza il 15/11/1917

CARDANO GIUSEPPE GIOVANNI, internato come militare in Germania. Nato a Cremolino (AL) il 06/11/1895

CAROGIOIELLO ROCCO, internato come militare presso Stammlager III in Germania. Nato a Palazzo San Gervasio il 07/05/1920

EMBRESI REMIGIO, internato come militare presso Stammlager III in Germania. Nato a Gragnano Trebbiense

LIVRERIO NINZI, internato come militare in Germania. Nato a Castel San Giovanni il 16/01/1924

LONGERI NELLO, internato come militare ad Armestein in Cecoslovacchia. Nato a Cadeo il 06/01/1923

MAINI GINO, internato come civile a Bolzano Gries e Sarentino. Nato a Piacenza il 01/09/1910

PECORARA MARIO, internato come militare in Germania. Nato a Rovescala (PV) il 07/01/1916

POLLINELLI GIOVANNI, internato come militare in Germania. Nato ad Alseno il 10/10/1921

PREMOLI ROMEO, internato come militare in Germania. Nato a Piacenza il 10/07/1910

SPAGNOLI RINALDO, internato come militare a Mathausen. Nato a Villanova sull’Arda il 28/09/1916

URGENTI SEVERINO, internato come militare in Germania. Nato a Rottofreno il 28/02/1914

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