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Cronaca

«Poliziotti truffati dal Governo, 29 euro in meno in busta invece dell'aumento»

Il sindacato di polizia Sap di Piacenza terrà la sua assemblea denominata “la giornata della verità” per segnalare il disappunto su quelle che sono le vicende degli ultimi tre anni legate ai trattamenti economici e alle risorse stanziate per la sicurezza

Lunedì 23 ottobre il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), presso la Scuola di Polizia in viale Malta terrà la sua assemblea denominata “la giornata della verità”, per segnalare il disappunto su quelle che sono le vicende degli ultimi tre anni legate ai trattamenti economici e alle risorse stanziate per la sicurezza «che hanno avuto delle ricadute disastrose nei riguardi della comunità, del Paese e dei cittadini. Da anni - afferma il segretario provinciale Ciro Passavanti - i poliziotti si sentono presi in giro perché hanno ricevuto promesse e rassicurazioni false. Sono stati decantati i cosiddetti 80 euro, rivelatisi poi qualcosa di effimero e soprattutto non idoneo e non valido né ai fini pensionistici, né della liquidazione e che da questo mese sono decaduti. La situazione è quella così schematizzata per un agente:

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Questo è il punto: nella migliore delle ipotesi, contratto futuro compreso, dando fiducia al Governo, se manterrà la promessa degli 85 euro lordi, la situazione di un agente si chiuderà a -29 euro, e questo è lo specchio della gran parte di tutte le qualifiche.

Per questo motivo lunedì 23 ottobre a Piacenza il Sindacato Autonomo di Polizia ha promosso “La Giornata della Verità’” organizzando un’assemblea, in cui i poliziotti si ritroveranno per discutere dell’infinità di bugie dette da tre anni. I poliziotti sono stati truffati e oggetto di un comportamento indegno, tra l’altro reiterato anche dal Governo Gentiloni che ha violato un obbligo perentorio previsto dalla legge. Gli appartenenti al comparto sicurezza e difesa non hanno diritto di sciopero, e per questo motivo, devono essere convocati a Palazzo Chigi prima della presentazione della legge di stabilità, in ottemperanza all’art. 8 bis L.195/1995».

«Questo - conclude la nota del Sap - non è stato fatto perché il Governo non vuole assumersi la responsabilità delle infauste politiche della sicurezza, relativamente alle quali il Sap gli avrebbe presentato il conto, segnalando tutte le carenze, non solo dal punto di vista economico nella busta paga, ma tutte quelle di sistema che stanno portando al collasso dell’apparato della sicurezza, come tutto ciò che concerne gli equipaggiamenti, dotazioni, igiene e salubrità, formazione e tagli agli organici di 50.000 uomini».

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