L'assessore Ignazio Brambati, sullo scranno dei Lavori pubblici al Comune di Piacenza, lo ripete spesso ai giornalisti piacentini che gli "ritorcono contro" le strade gruviera della città a causa del ghiaccio e del freddo in inverno: "Per ora, con queste temperature, possiamo fare solo dei lievi rattoppi. In primavera, con il tempo più clemente, procederemo ai rifacimenti completi dei manti stradali". 

E' questa, più o meno, la risposta standard a ogni gelata con relative voragini. Bene. I colleghi lombardi non sono dello stesso avviso. Il pezzo di via Emilia che da Guardamiglio sfocia (sfocerà) sul ponte di Po a San Rocco, infatti, in questi giorni è oggetto di un profondo maquillage che la sta rendendo una vera e propria tavola da biliardo. Con tutti i disagi connessi: chi da Piacenza sta cercando di guadagnare nell'ultima settimana la via di Lodi e Codogno - oltre al ponte provvisorio - si deve sorbire anche un lungo peregrinare nelle stradine retrostanti San Rocco a causa dei lavori in corso.

La cosa, permettetecelo, è curiosamente e piacevolmente strana: in primis perchè le condizioni dell'arteria, prima, non erano peggiori della quasi totalità di strade lombarde ed emiliane; in secundis perchè al gel non si comanda, e non è di certo il periodo migliore dell'anno per procedere a un lavoro di tale portata (sono diversi chilometri di asfalto, con uno spiegamento di uomini e mezzi enorme). Di pensieri malvagi ne verrebbero tumultuosi parecchi: un po' d'attenzione, forse, per un ponte decrepito e pericolante e meno zelo per l'asfaltatura, sempre forse, avrebbero potuto evitare quell'orrendo 30 aprile 2009.

Ma si sa. Le autorità in arrivo da Milano devono viaggiare comode, evitando anche il minimo sobbalzo che possa urtare le sospensioni delle proprie auto. E questo vale lo sforzo di qualche granello d'asfalto.