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Cronaca Rottofreno

Ponte Trebbia, il cantiere sta rispettando i tempi: «Struttura in condizioni peggiori di quanto previsto»

La Provincia di Piacenza aggiorna sull’avanzamento dei lavori di adeguamento del ponte Trebbia. L'ingegner Pozzoli: «Lavorando sul ponte ci siamo accorti ancora di più dell’urgenza di una sua ristrutturazione»

«Effettuando i lavori ci siamo accorti dell’assoluta urgenza di questi e dell’impossibilità di permettere il senso unico alternato». Proseguono senza sosta i lavori sul maxi-cantiere del ponte Trebbia. La Provincia di Piacenza traccia un bilancio a un mese e mezzo dall'inizio dei lavori: l'obiettivo è, oltre a sistemare le tante criticità della struttura, riaprire al transito dei veicoli entro i 105 giorni dall'inizio dei lavori. Per il 13 settembre, come previsto nel bando di gara, si conta di permettere il passaggio dei tanti residenti della zona costretti a raggiungere la città attraverso altri percorsi.

«C’è molta curiosità – ha esordito il vicepresidente della Provincia Patrizia Calza in una conferenza stampa, accompagnata dal presidente Francesco Rolleri - sull’avanzamento dei lavori. È l’intervento più importante che la Provincia ha in corso su tutto il territorio provinciale – ballano circa 3 milioni e mezzo (di Regione, Provincia e Anas) -, e si tratta di lavori che avrebbero essere già dovuti essere fatti nel 2001, quando abbiamo ereditato dall’Anas quella strada. C’era terrore per i disagi: sapevamo degli effetti sul traffico e alla viabilità. È un intervento che si è affrontato con attenzione e “pathos”. Ci sono state polemiche, abbiamo dovuto spiegare insieme ai comuni coinvolti le ragioni dell’intervento. Perciò abbiam voluto, fin dal principio, dare più informazioni possibili. C’è un report settimanale sull’andamento dei lavori che ci dice che le ditte stanno rispettando i tempi». Calza ha ribadito la correttezza della scelta di chiudere al traffico il ponte (dal 31 maggio) per permettere a operai e tecnici (della Tmg di Sondrio con Cdf Srl di Podenzano, mentre i materiali edili sono della ditta Boccenti) di lavorare a pieno carico. «Dopo un mese e mezzo di lavori va tutto bene, se andiamo avanti così non ci saranno ritardi del cantiere».

Il dirigente dei lavori pubblici dell’ente di via Garibaldi Stefano Pozzoli ha rassicurato i cittadini interessati dalla chiusura del ponte sul Trebbia. «La chiusura nel periodo estivo – ha spiegato - ha permesso anche ad Ireti di fare degli interventi sulle conduttore: così stiamo effettuando due lavori combinati ed eseguiti contemporaneamente».  Sono state montate le condotte di Ireti – il posizionamento della tubazione idraulica per la nuova dorsale acquedottistica - testate in due collaudi approfonditi. Ireti ha incaricato le stesse ditte che stanno ristrutturando il ponte. Poi sotto la strada sono state posizionate anche le fibre.  «Sempre ai primi di giugno – prosegue l’ingegner Pozzoli - sono partiti i lavori di demolizione della sovrastruttura del ponte, con installazione dei ponteggi laterali. Questi interventi dimostrano che era impossibile effettuare il senso unico alternato. Si è lavorato anche di notte per perdere meno tempo possibile».  «Il 14 luglio son partite le operazioni di posa delle lastre prefabbricate necessarie per l’allargamento della struttura del ponte, sulle quali verrà gettata la nuova soletta in calcestruzzo armato. Avremo così una larghezza di 13 metri e 60 centimetri, contro i dieci metri precedenti. Avremo così un ponte più ampio di tre metri e 60».

Qualche piccolo imprevisto c’è stato, ma non ha rallentato più di tanto le operazioni. «Abbiamo scoperto, scavando per la rimozione della sovrastuttura, sottoservizi tecnologici non censiti, come il cavidotto telefonico, che era dismesso da tempo. Non capivamo cosa servisse questo cavo, inizialmente. Era semplicemente un cavo telefonico inserito da Anas e mai registrato in nessun documento». «Abbiamo anche appreso – è intervenuto ancora Pozzoli - che l’armatura metallica di sostegno dei marciapiedi era in pratica inesistente. Se un autocarro avesse sbandato contro le ringhiere, veniva giù tutto quel tratto. I lavori erano assolutamente necessari. Anche le volte in murature non erano in sicurezza. Tante cose le abbiamo viste e scoperte solo demolendo e lavorando sul ponte».

Il ponte avrà due corsie di marcia di 4 metri l’una. L’allargamento sarà simmetrico (nonostante la pista ciclabile da 2,5 metri sia solo da un lato), perché la Soprintendenza l’ha imposto. «Il marciapiede sarà di servizio per manutenzioni e ispezioni e avrà una larghezza di 1,50 metri: vedremo poi in futuro se aprirlo al passaggio dei pedoni. La pista ciclabile sarà protetta da un parapetto esterno e da un guard-rail rispetto alla carreggiata». «Se i lavori procedono come adesso, il ponte sarà aperto prima dell’avvio dell’anno scolastico. Mancheranno ancora alcuni interventi, ma sarà aperto a doppio senso di marcia entro i 105 giorni». Poi i lavori continueranno ancora entro i 270 giorni, ma senza disagi per i cittadini. Ma superati i 105 giorni scatta una penale da circa 5mila euro al giorno». Il giorno X dovrebbe essere così il 13 settembre: il 105esimo giorno di lavoro dal 31 maggio, quando il ponte è stato transennato.

TRASPORTI FERROVIARI E COMMERCIO

Il sindaco di Rottofreno Raffaele Veneziani è rammaricato per otto cittadini del suo comune, utenti del trasporto pubblico, in difficoltà a causa dei turni di lavoro. «Purtroppo non possiamo stravolgere il trasporto pubblico locale attuale per otto utenti che lavorano a orari diversi e non riescono ad usufruire dei mezzi pubblici a disposizione. I treni che fermano alla nostra stazione hanno un buon riscontro, ho già chiesto all’assessore regionale ai trasporti Donini se ci lascia qualche treno anche dopo la chiusura del ponte. Il 7.36 porta tanti studenti a Piacenza, così gli studenti del Gioia, Artistico e Romagnosi possono utilizzarlo ed essere comodi. Non chiediamo di conservare sette corse di treni al giorno, ma una corsa mattutina per gli studenti e una serale sarebbe molto utile. Poi non siamo un piccolo paese, abbiamo quasi la popolazione di Castelsangiovanni ormai». «Altri territori della regione – ha reso noto Calza - hanno protestato perché il treno si ferma in piccoli paesi come Rottofreno. Anche altre realtà hanno criticato questa scelta, senza capire che era un disagio di un territorio intero a causa del ponte. Appoggeremo la richiesta di Veneziani, ma sappiamo che ci saranno già problemi».

«È già una bella risposta – ha commentato il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri - riprendere per il 13 settembre il trasporto pubblico locale e la viabilità normale, per tutti quelli che lavorano in città. Penso che se i tempi vengono rispettati le cose si risolvono». I commercianti erano molto preoccupati per la chiusura del ponte, così come alcuni industriali. A tal punto da ipotizzare  - idea poi scartata per ragioni tecniche ed economiche – un guado nel Trebbia. «Ci sono poche attività commerciali – ha aggiunto Veneziani - seriamente danneggiate dalla chiusura del ponte. Soffre sicuramente il distributore di benzina vicino al ponte, come altre attività legate al passaggio viario. Però ad esempio è cambiata la clientela in tanti negozi del mio comune: alcuni rimangono nella zona e non vanno a Piacenza a comprare».  «Sento poche lamentele – commenta invece il sindaco di Calendasco Francesco Zangrandi -. Qualche ritardo e disagio c’è, ma non ho ricevuto particolari segnalazioni di cittadini con problemi». Zangrandi ci tiene a rispondere a una “fake news” che circola nel suo paese. «Qualche buontempone dice che stanno lavorando sui cinque piloni del ponte, invece si sta mettendo a posto la sovrastruttura». «Si, sui piloni – aggiunge ancora l’ing. Pozzoli - stiamo lavorando solo esternamente, quelli sono in buone condizioni».

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