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Cronaca

Pontieri in partenza per il Libano: «Missione delicata, siamo pronti»

I genieri piacentini alla cerimonia con la brigata Friuli. Il comandante Capuano: professionalmente preparati e motivati, sono orgoglioso di loro. I pontieri avranno anche il compito di sminare il terreno al confine con Israele

“Il personale è molto preparato e ben addestrato. Sono orgoglioso dei ragazzi. Questa nuova missione aumenterà la nostra esperienza”. Il colonnello Rocco Capuano ha accompagnato oggi a Bologna alcuni dei pontieri che presto partiranno per la missione Onu in Libano. Il comandante del 2° reggimento Genio pontieri ha preso parte alla cerimonia per la partenza della brigata aeromobile Friuli, nella quale è stata inserita la componente di genieri piacentini. E nel capoluogo di regione, oltre agli vertici della brigata è arrivato anche il capo di Stato maggiore dell’Esercito, il generale di corpo d’armata Claudio Graziano. Dopo alcuni anni, dunque, i “nostri” soldati tornano operativi e questa volta lo fanno, dopo l’Afghanistan, nel Paese dei Cedri per far rispettare le risoluzioni Onu che dal 1978 vede una forza di interposizione, Unifil (United nations interim force in Lebanon). Una missione di peacekeeping delicata, quella chiamata Leonte 13, soprattutto per il drammatico momento che vive la regione a causa della rivolta siriana. 

Pontieri piacentini in partenza per il Libano ©Gis/ilPiacenza

I PONTIERI. Il Libano, dopo alcuni anni di relativa stabilità, grazie proprio alle forze Onu, è tornato a essere una polveriera. In particolare, i soldati piacentini - ormai hanno operato in tutti i teatri in cui sono impegnate le Forze armate italiane, a partire dal Kosovo, all’Afghanistan e ora in Libano - saranno impegnati nei compiti tipici del genio: sminamento, rifacimento di strade, sistemazione di edifici, oltre che intervenire all’interno delle basi multinazionali presenti in Libano. I pontieri vanno a operare in un Paese mediterraneo molto bello, ma sconvolto da decine di anni di guerre. I soldati dovranno sminare il terreno lungo la blue line, cioè il confine che si sta stabilendo fra Libano e Israele dopo la guerra dei 33 giorni, nel 2006. Israele reagì duramente invadendo il Libano, dopo alcuni attacchi di Hezbollah che causarono la morte di alcuni soldati di Tsahal. E proprio Hezbollah, “il partito di Dio”, detiene il controllo di tutto il sud del Libano e fa parte anche del governo. Un Paese sì musulmano, ma dove convivono in pace anche le comunità cristiane, in particolare quelle dei maroniti. E dopo i venti guerra che soffiano da quelle parti (Hezbollah è da sempre vicino all’Iran) un tentativo di distensione è stato fatto di recente dal Papa che ha svolto un viaggio di successo. Tornando ai genieri, man mano che il terreno viene bonificato dalle mine, posizionano un bidone blu, che segna il confine. Un confine deciso da israeliani e palestinesi, con la mediazione dell’Onu, nella base di Naqqura. E proprio per togliere i micidiali ordigni dalla terra, i genieri piacentini si sono specializzati anche nello sminamento e sono stati formati alcuni soldati qualificati come “minex”. “I soldati - ha affermato Capuano a margine della cerimonia - sono consapevoli di ciò che sono e devono esserlo anche in eventuali momenti difficili che si presenteranno loro. Io li invito a fare appello alle loro risorse, perché li vedo motivati. E io sono orgoglioso dei loro successi che hanno riportato in questi mesi di preparazione”. Il comandante della brigata Friuli, il generale Antonio Bettelli. Numerose missioni al suo attivo, pilota di elicotteri e paracadutista, corsi negli Usa, Bettelli ha un ricco curriculum e conosce bene il Libano, dove, dal 2008 al 2011, è stato addetto alla Difesa all’ambasciata italiana a Beirut. Bettelli, rivolto ai soldati in partenza, ha detto che sarà fondamentale rispettare la gente, essere curiosi per le sfumature di una cultura a noi estranea e non dando per acquisito l’autorevolezza del mandato Onu. Gli italiani, in realtà, sono ben visti e non è raro vedere sventolare bandiere tricolori lungo le strade, come ringraziamento per la bonifica di esplosivi nei terreni agricoli, oppure per aver sistemate le scuole, rifatto tratti di strade e aver riportato allo splendore i tanti monumenti e anfiteatri di origine romana presenti in Libano.

IL CAPO DI STATO MAGGIORE. ''Il ruolo che vi attende non è dei più semplici – ha affermato Graziano - il Sud del Libano è un’area estremamente delicata in cui Unifil sta garantendo il mantenimento del cessate il fuoco tra Libano ed Israele contribuendo così, in collaborazione con le Forze Armate libanesi, al mantenimento della pace e più in generale alla stabilità del Paese''. Graziano ha parlato della irrisolta questione tra Hezbollah e Israele, e si è detto sicuro che Unifil unita all’intelligenza delle parti in causa può garantire stabilità”. Il capo di Stato maggiore dell’Esercito ha, poi, ricordato che la tensione resta alta e lo dimostra l’abbattimento di un drone, di cui Hezbollah si è assunto la responsabilità, abbattuto dai caccia israeliani.

LA BRIGATA. La Friuli comprende quattro reggimenti e ha circa 3.200 uomini. E’ composta dal 66° reggimento fanteria aeromobile, dal 3° Savoia Cavalleria, dagli elicotteri dell’Esercito dei reggimenti 5° Rigel e del 7° Vega, da un comando supporti tattici. Veterana di tante missioni, a partire dal 1997 in Albania, la brigata è specializzata, grazie ai reparti di volo, a operare in diversi contesti. L’integrazione di fanteria leggera ed elicotteri ne fanno una forza unica che può agire in differenti ambienti e situazioni operative. Le missioni in cui eccelle sono la conquista e la tenuta di punti chiave, l’esplorazione, l’incursione o il raid, l’evacuazione di non combattenti.

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