Poste e nuovo servizio di recapito: «L’azienda ascolti i portalettere»
Lettera aperta del sindacato Ugl-Comunicazioni all'amministratore di Poste Italiane Francesco Caio riguardo al taglio dei portalettere del 40 per cento in tutte le province
Le volpi, e cioè i sapientoni che hanno elaborato il nuovo progetto, sanno molte cose, hanno svariate competenze e molte informazioni ma non sanno unire i punti e dare organicità e tono manageriale all’insieme organizzativo.
I ricci, cioè i portalettere, probabilmente sanno meno cose ma ne sanno però una importantissima: sanno come funziona realmente il recapito, conoscono la verità.
E la verità è che il progetto di ristrutturazione del servizio recapito, così come immaginato, non sta proprio in piedi e se portato a compimento causerà effetti devastanti per l’azienda. Perché la considerazione dei portalettere come “merce di scarto” comporterà un abbassamento del livello motivazionale con riflessi negativi sulla produttività. E con conseguente danno reputazionale.
Perché ciò trasformerà la cultura emotiva dell’azienda: da azienda accogliente, empatica, dialogante, inclusiva si passerebbe ad un’azienda “matrigna”, rigida, poco trasparente e irrispettosa della dignità e dei bisogni delle persone.
Perché tutto questo anziché razionalizzare il sistema, ne aumenterà le disfunzioni e storture, aggravandolo, sia in termini operativi, che di costi (straordinari, flessibilità operativa) e di qualità del servizio resa alla clientela.
Signor amministratore delegato, per favore, ci ascolti, accetti le nostre critiche perché il portalettere è colui che “percorre, perlustra, esplora, guarda e registra il paese Cap per Cap, strada per strada, casa per casa, anima dopo anima”.
La invitiamo a “bigiare”, a non andare in ufficio per un giorno e a recarsi (da solo) presso un qualsiasi centro distribuzione, e osservare le dinamiche lavorative. E poi dopo aver osservato più in profondità, chiedere ai portalettere e ai capi squadra cosa pensano della nuova riorganizzazione. Capirà tutto, a costo zero. Perché non vorremmo che coloro che hanno costruito il progetto fossero gli stessi che raccontavano che tutto era perfetto manipolando e “taroccando” i dati.
Soluzione operativa non convenzionale
1 - Istituire urgentemente un gruppo di studio costituito solamente da portalettere e capi squadra, le cui proposte migliorative del servizio verranno poi sottoposte agli organi superiori per la selezione ed ulteriore elaborazione tecnica.
2 - Predisporre corsi di formazione idonei a migliorare la capacità comunicativa e relazionale e rendere così maggiormente performante il rapporto con l’utenza/clientela.
3 - Istituire un sistema premiale incentivante e meritocratico per i portalettere.
4 - Dotare i portalettere di divise (Armani sarebbe una buona idea) che siano coerenti con l’immagine di modernità di Poste Italiane e l’importanza che l’azienda assegna al “nuovo portalettere”.
5 - Promuovere momenti di concreta “contaminazione” tra portalettere e specialisti di vendita per un utile scambio di informazioni sul mercato, sul contesto finanziario e sugli orientamenti della clientela. Perché il coinvolgimento delle persone rappresenterà anche per il futuro una leva fondamentale per aumentare il tasso di efficienza produttiva e motivazionale.
Francesco Arcuri
Segretario Regionale Ugl-Comunicazioni