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Cronaca

Poste Italiane festeggia i 90 anni del Buono Fruttifero con un riconoscimento a una risparmiatrice “storica”

Circa 13 mila il numero dei Bfp sottoscritti nel 2014 nel Piacentino

Per festeggiare il traguardo dei 90 anni dalla nascita dei Buoni Fruttiferi Postali, l’ufficio di Piacenza 7 ha voluto omaggiare Gabriella Rossi, una risparmiatrice fra i suoi clienti più fedeli. Il responsabile della Filiale di Piacenza, Enrico Carini, e la direttrice dell’ufficio postale di Via Trivioli, Fiorenza Cantalupo, hanno consegnato alla risparmiatrice “storica” una pergamena con cesellato il primo Buono Fruttifero emesso nel lontano 1925 recante il suo nome. A Piacenza e provincia nel 2014 sono stati sottoscritti circa 13 mila Buoni Fruttiferi Postali. In oltre 150 anni Poste Italiane si è confermata la “cassaforte sicura” dei risparmiatori: in Emilia Romagna lo stock complessivo di Bfp supera attualmente il valore di 11 miliardi di euro, mentre a livello nazionale si va oltre i 211 miliardi. Nemmeno il difficile scenario economico-finanziario degli ultimi anni ha modificato tale preferenza da parte delle famiglie del Piacentino che, anzi, hanno aumentato la loro propensione al risparmio, continuando ad affidare a Poste Italiane la garanzia per il loro sereno futuro economico.

Un po’ di storia

Nel 1875, su iniziativa del Ministro delle Finanze Quintino Sella il Parlamento approvò la legge che istituì le Casse di Risparmio Postali. Nello stesso anno le Regie Poste emisero il Libretto di Risparmio Postale, disponibile dall’anno successivo, e rivolto in particolare ai piccoli risparmiatori. I libretti attivati furono 57 mila nel 1876, 4.300.000 nel 1901 e  arrivarono a circa 6 milioni nel 1912. Il 1925 fu l’anno di nascita dei Buoni Fruttiferi Postali che affiancarono i già affermati Libretti di Risparmio postale e, come questi, consentirono allo Stato italiano di acquisire risorse per finanziare la realizzazione di opere pubbliche.

La prima emissione di Buoni Postali Fruttiferi risale al marzo del 1925 nei tagli da 100, 500, 1.000 e 5.000 lire. Riscossero un successo immediato: dopo un mese l’ammontare complessivo dei risparmi investiti in Buoni Postali Fruttiferi ammontava già a circa 30 milioni di lire, toccando i 470 milioni a dicembre dello stesso anno. La cifra si triplicò in poco più di tre anni: 1.500 milioni di lire al 30 giugno del 1928. Si pensò anche agli italiani che vivevano all’estero per i quali fu emessa una serie speciale di Buoni Postali Fruttiferi in sterline e in dollari. Il successo dei Buoni fu tale che si sottoscrissero anche durante la seconda guerra mondiale con tassi fra il 4 e il 5%.

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