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Cronaca

«Pranzi e spese private coi soldi delle aziende sequestrate», arrestato avvocato piacentino

Corrado Schiaffonati agli arresti domiciliari, dovrà rendere conto di oltre 230 mila euro prelevati o spesi dai conti di aziende di cui era stato nominato amministratore giudiziario: operazioni che secondo la procura di Piacenza non erano autorizzate, oppure erano inutili o per fini personali

L'avvocato piacentino Corrado Schiaffonati, 58 anni, titolare di un noto studio di diritto commerciale e fallimentare in città, è stato arrestato su ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari di Piacenza Fiammetta Modica. Schiaffonati si trova agli arresti domiciliari, con anche il divieto di comunicare con chiunque. E' accusato di peculato (in quanto l'amministratore giudiziario è un pubblico ufficiale), turbativa d'asta e falso. Nella lunga ordinanza redatta dal pm piacentino Matteo Centini, che ha coordinato le indagini, si parla di un buco da più di 230mila euro (somma che all'atto dell'arresto gli è stata posta sotto sequestro preventivo in beni mobili e immobili) che sarebbe il frutto, secondo quanto sostiene la Procura della Repubblica di Piacenza, di una lunga serie di prelievi dai conti correnti («senza giustificazione» dice la procura) intestati a diverse aziende delle quali, negli scorsi anni, l'avvocato Schiaffonati era stato nominato amministratore giudiziario dal tribunale di Piacenza. Si tratta soprattutto di imprese connesse al famoso crack Dorini del 2016. 

Oltre a dover rendere conto di quasi 100mila euro di «prelievi non autorizzati» dai conti correnti delle società, il professionista avrebbe speso indebitamente - secondo le accuse contenute nell'ordinanza del giudice - anche più di 60mila euro delle aziende di cui era amministratore giudiziario, per effettuare acquisti «con finalità private e non ammissibili a rimborso» scrive il pm Centini: nella lista stilata dall'accusa, tra il 2016 e il 2018, figurano anche panettoni, pandori, cesti natalizi e circa un quintale di salumi piacentini, oltre a pranzi e cene al ristorante e buoni carburante.
Tra i capi di accusa la procura di Piacenza punta il dito anche su 80mila euro in consulenze esterne ed elaborazioni di dati che Schaffonati avrebbe commissionato, dietro pagamento, a una cara amica (anche lei indagata) «totalmente priva di qualsiasi competenza in materia contabile e fiscale»: una serie di operazioni che il pm indica come «palesemente inutili». La procura aveva richiesto la custodia cautelare anche per lei.
Per quanto riguarda invece la turbativa d'asta, Schiaffonati avrebbe turbato le gare, allontanando o di fatto impedendo la partecipazione di concorrenti che avrebbero formulato offerte superiori a quelle in concreto realizzate, a detrimento delle procedure stesse.

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