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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Barriera Milano / Via X Giugno

Palazzo ex Enel, dal 28 luglio il via alla demolizione dell'edificio

Presentato in Sant'Ilario il cantiere dei lavori. Via X Giugno chiusa al transito per tre settimane ad agosto (eccetto che per i residenti e i pedoni). Termine della demolizione il 15 settembre, data di ripresa delle lezioni per Gioia, Romagnosi e Mazzini. Tornano a galla le polemiche del 2010 sui reperti storici sotto l'edificio. La proprietà: «Più rispetto per chi investe»

«Con questo progetto la città avrà grandi benefici – ha esordito l’assessore all’urbanistica Silvio Bisottiperchè otterremo una palestra da 250 metri dotata di spogliatoi e un’area polivalente di altri 250 metri. Questo è un accordo consolidato risalente al 2010 che finalmente – per volontà della proprietà – ora si avvia alla sua fase di realizzazione». «Il progetto iniziale – ha spiegato l’architetto progettista Paolo Pagani - prevedeva due piani interrati, rendendo visitabili i reperti storici, poi però si è deciso di abbandonare l’idea. Avremo perciò un unico piano interrato che arriverà a meno 2,80 metri, quasi un metro al di sopra dei reperti. Al momento non è possibile prevedere una visibilità di queste costruzioni. All’interno dell’edificio vi sarà un giardino che avrà la funzione di cortile. C’erano due vincoli su quest’area: dovevamo realizzare un progetto tenendo conto del contesto dell’area – che ha a fianco il liceo Gioia e di fronte Palazzo Farnese - e avere un edificio polifunzionale, con negozi, residenze, uffici. Inoltre il fabbricato avrà una doppia facciata, funzionale al suo interno e concepita all’esterno come elemento unificante». A rappresentare le due imprese responsabili dei lavori c’era Antonio Cogni. «La fase di demolizione, che inizieremo il 28 luglio, terminerà sicuramente entro il 15 settembre – ha assicurato – ma forse anche prima. Per quei primi giorni di scuola - al massimo - dovremo solamente raccogliere le ultime macerie. Una pinza aprirà l’edificio dall’interno, mentre delle speciali protezioni difenderanno l’esterno e gli edifici circostanti. I lavori di demolizione interesseranno dapprima viale Risorgimento, poi via Campo della Fiera e in seguito via X Giugno. Si tratta di un progetto ambizioso, soprattutto per i tempi». «Informeremo famiglia per famiglia dei disagi e dei lavori – ha promesso l’assessore ai lavori pubblici Giorgio Cisini -. Via X Giugno sarà chiusa al transito per un tratto di 50 metri dall’11 agosto al 1° settembre, eccetto che per i pedoni e i residenti. Sarà inoltre vietata la sosta per tutta la via dall’8 al 15 settembre».

L’incontro pubblico in Sant’Ilario, voluto dall’amministrazione, è diventato l’occasione per aprire nuovamente il dibattito intorno alla questione dell’approvazione del progetto di Palazzo Ex Enel, oggetto di feroci discussioni durante i consigli comunali del 2010.  Molto critico da sempre con il progetto è l’architetto Manrico Bissi, presidente di “Archistorica” e “Piacenza Romana”. «I reperti non sono valorizzati, come mai la Soprintendenza ha dato il suo assenso? Manca un solo metro dall’inizio dell’edificio al contatto con i reperti, perchè non è stato possibile rendere possibile la visione di questo patrimonio pubblico alla cittadinanza? In altre città, in casi del genere, si sono comportati in modo diverso, qua abbiamo deciso di coprire tutto con il cemento». «La città non ha potuto partecipare al progetto - ha rincarato la dose un cittadino – ed è strano vedere andare d’accordo così tanto gli amministratori, i proprietari e i progettisti. La soprintendenza è stata assente e ha dato l’ok al progetto. La magistratura dovrebbe occuparsi del ruolo della soprintendenza su questo caso». «Piacenza ha sprecato una grande occasione - ha detto l’ex consigliere comunale Stefano Frontini -, potevamo riportare alla luce reperti di grande valore. È un patrimonio artistico che andrebbe valorizzato». Tra il pubblico c’era anche l’artista Alberto Esse, da sempre contrario all’opera. «La considero uno sfregio alla città – ha preso la parola – che proprio non s’ha da fare. Davvero Piacenza ha bisogno ancora di edilizia residenziale e di negozi? E dobbiamo costruire proprio davanti a Palazzo Farnese? La facoltà di architettura di Piacenza non si poteva dedicare un po’ al tema?». «A volte bisogna avere il coraggio - ha affermato un residente di via Genocchi – di demolire e basta, senza per forza ricostruire.  Sono deluso dalla mancata partecipazione: le scelte sono state già fatte, non decidiamo niente». «La soprintendenza in questo caso è stata del tutto assente – ha detto l’ex assessore Pietro Tansini – perciò il progetto è falsato».

«Dal 2007 nessuno è venuto da noi - spiega la proprietà – a presentarci un’idea o un progetto concreto. Noi l’idea l’avevamo, ci abbiamo investito sopra parecchi quattrini e la realizzeremo rispettando la legge. Chiediamo più rispetto per chi fa investimenti: a chi insinua che non pagheremo gli oneri di urbanizzazione, possiamo già dire che abbiamo pagato 700mila euro, oltre che donare due aree al Comune». «In questa occasione – ha risposto da par suo Bisotti – volevamo solamente illustrare il cantiere e gli eventuali disagi per i residenti. La discussione voleva concentrarsi su questo tema, tutte le critiche emerse erano già state poste nel 2010. La soprintendenza ha già dato il suo parere: i reperti non erano di grande pregio. L’amministrazione sul progetto in sè poteva fare ben poco: i giochi non li presentiamo ora "già chiusi" ma sono stati fatti nel 2010 con l’approvazione del consiglio comunale. A noi preme adesso discutere del cantiere che interesserà i residenti per i prossimi due anni». 

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