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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Caorso

Presepe vietato alla materna di Caorso, Polledri: «La preside come il Grinch»

Alla materna la festa si Natale sarà incentrata sui valori dell'amicizia e della pace senza alcun riferimento religioso. I genitori dei bimbi sono contrari. Polledri: «Mi fa molta tristezza la decisione della preside»

Niente presepe per i 120 bambini della scuola materna di Caorso e Monticelli, la festa si Natale sarà incentrata sui valori dell'amicizia e della pace senza alcun riferimento religioso. Questa la decisione della preside Manuela Bruschini che vuole "evitare ogni riferimento di carattere religioso univoco”. La scuola materna è statale e laica, quindi sarebbe corretto non fare riferimento a nessuna religione specifica, questa in sintesi la posizione della dirigente. I genitori dei bambini non sono proprio d'accordo, infatti fino all'anno scorso, dicono, non c'è stato nessun problema nell'allestimento del presepe nel periodo natalizio e non ci sarebbero stati mai malcontenti nelle famiglie che hanno bambini non di religione cristiana che frequentano la scuola. Le mamme sono contrarie ad un Natale senza Gesù e senza le tradizioni che fanno parte della storia del nostro paese. La notizia è stata riportata dal quotidiano Libertà.

In merito alla cancellazione del presepe alle scuole materne di Monticelli e Caorso da parte della preside Manuela Bruschini, il sindaco di Caorso, Fabio Callori, ha dichiarato alla Batusa che intende staccare Caorso dal distretto scolastico di Monticelli. Non solo: porterà a scuola quattro presepi pagati di tasca sua.

Infatti dichiara: «Farò due cose. Primo: chiederò ufficialmente che Caorso vada a far parte di un altro distretto scolastico. Che sia Pontenure o altro lo vedremo in seguito, basta che si stacchi da Monticelli. Secondo: oggi comprerò quattro presepi, che pagherò di tasca mia e che poterò a scuola, uno per sezione. Chi non li vorrà li potrà buttare fuori dalla finestra. Vedremo se li butteranno. Questa situazione non ci piace. Non per divergenze politiche, ma per un discorso di tradizione e cultura. Abbiamo sempre fatto la recita di Natale con Gesù, Giuseppe, Maria e tutto il resto. A Caorso non c’è una diversità di lettura del Natale».

LE REAZIONI POLITICHE

Questa situazione ha già scatenato una bufera politica, l'onorevole della Lega Nord, Massimo Polledri interviene con una nota: «Mi fa molta tristezza la decisione della preside della scuola di Monticelli e Caorso di vietare i simboli del Natale, come il Presepe: mi ricorda il Grinch, quello strano personaggio di fantascienza che odiava il Natale e il clima di festa e andava in giro a rubare tutti i doni, alberi di Natale compresi». Con ironia, Massimo Polledri, deputato piacentino della Lega nord, commenta la notizia della decisione della dott.ssa Manuela Bruschini, dirigente dell’Istituto Comprensivo di Monticelli, di “evitare ogni riferimento di carattere religioso univoco”. «Condivido l’indignazione dei genitori perché mi sembra una posizione ideologica, una vera crudeltà. In tutto il mondo i bambini attendono con gioia il Natale e non ci sono circolari che tengano. Presenterò un’interrogazione sul tema perché se la decisione è stata presa per non urtare altre sensibilità, non è con la rimozione di tradizioni autentiche e profonde che si risolve il problema. Per di più non si possono mettere da parte i simboli della nostra identità culturale e dell’amore, come il presepe», conclude Polledri.

Finisce sul tavolo del Ministro  dell’Istruzione, Francesco Profumo, la decisione assunta dalla dirigenza dell’Istituto Comprensivo di Monticelli di eliminare dalla scuola il Natale, proibendo il presepe ed ogni riferimento al figlio di Dio. Condividendo, infatti, le numerose e legittime proteste elevate dai genitori dei bambini che frequentano la scuola materna statale di Caorso, il parlamentare piacentino Tommaso Foti (PdL), dopo avere definito la decisione della Bruschini “una scelta scellerata degli eredi di Lenin, Stalin Ceausescu”, ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’Istruzione, contestando innanzitutto le giustificazioni rese dalla dirigente scolastica. “Non risulta affatto - scrive il parlamentare azzurro nell’interrogazione - che contrariamente a quanto asserito dalla dirigente scolastica, siano state adottate norme volte ad impedire il legittimo esercizio del diritto all’educazione religiosa e culturale di minori, soprattutto in età scolare così facilmente influenzabili e vulnerabili”. “ Non solo - aggiunge Foti - la Costituzione prevede, al contrario, il diritto dei cittadini ad una educazione non lesiva delle proprie tradizioni culturali e religiose”. “ Ne segue - continua l’esponente del Popolo della Libertà - che il Ministro Profumo deve dire, con l’urgenza che il caso conclama, quali iniziative intenda assumere per garantire alle famiglie e ai bambini di quella scuola il diritto a festeggiare il Natale, con celebrazioni e cerimonie tradizionali, quali: recite, realizzazione del presepe, esposizione di addobbi natalizi”. Foti chiede altresì al Ministro dell’Istruzione di intervenire anche “per evitare che la realizzazione dell’autonomia scolastica si concretizzi in una palese violazione dei diritti degli allievi e delle famiglie riconoscendo il loro diritto a manifestare, nel rispetto delle altrui fedi, anche la propria”. Infine il deputato piacentino chiede al Ministro Profumo “di verificare ed assicurare che, come previsto dalla normativa vigente, sia affisso il Crocifisso in ogni aula dell’Istituto Comprensivo Monticelli di Caorso”.

Marco Bergonzi Capogruppo PD in Consiglio Provinciale dichiara: «Toccare il Natale ai più piccoli merita una sola parola: vergogna! Se neppure il Natale può essere esente da polemiche, c’è proprio da domandarsi dove stiamo andando. Mettere in discussione Natale, definirlo una “festa laica”, “evitare ogni riferimento di carattere religioso” come il presepe, ai bambini dell’asilo, è davvero toccare il fondo dei valori, assurgere ad emblema del vuoto disperato di questo tempo. Non c’è bisogno di essere cattolici per riconoscere che la nostra società andrebbe in ben altro modo se, non dico rispettasse appieno, ma perlomeno si ispirasse ai valori cristiani. Negare perfino il Natale e negarlo ai bimbi che si stanno formando come persone, come cittadini di domani, non è comprensibile, ne’ tollerabile e non può che suscitare profonda indignazione. Tutto ciò inoltre, avviene in nome di una fuorviante e sbagliatissima interpretazione dell’integrazione, che ritiene che per favorire la convivenza con chi arriva da altri paesi e da altre culture, si debba cancellare la propria storia, la propria cultura, le proprie convinzioni valoriali, la propria religione, i propri usi e costumi. E’ invece vero assolutamente il contrario, questo atteggiamento fomenta esclusivamente pulsioni a buon mercato contro i nuovi venuti, quasi che fossero loro a mettere in discussione i fondamentali della nostra identità, cui nessuno può chiederci di rinunciare. Integrazione è conoscenza reciproca, è tolleranza tra diversità che si riconoscono e si rispettano come tali, facendo conoscere agli altri ciò che siamo, lasciandoli liberi di avvicinarcisi o meno. E’ proprio nella cultura dell’ accoglienza, che a nessuno viene chiesto di rinunciare a se stesso, ma a ciascuno di rispettare l’altro. Basterebbe imparare dai bambini : loro l’ integrazione la praticano davvero ogni giorno, giocando tutti insieme, studiando, rincorrendosi schiamazzando, con il piacere di stare insieme, di divertirsi insieme, semplicemente vivendo insieme la vita normale. Imparare dai piccoli, non negare loro la gioia del Natale e dei suoi simboli, così stupendamente magici agli occhi dei bambini, ricolmi di stupore ed incanto. Una ricchezza pura, da custodire e tramandare. Quelle fantastiche sensazioni che fanno bene all’anima e che, se abbiamo avuto la fortuna di averle provate, non si dimenticano più. Infine, quand’anche si trascurasse l’aspetto religioso (ovviamente io non sarei affatto d’accordo) e si considerasse solamente il valore formativo del proprio agire, prima di emettere un simile editto, sarebbe stato d’obbligo porsi una domanda: quei bimbi saranno domani persone migliori negando loro tutto questo? E, dal momento che la risposta non può che essere negativa, chi lo ha emesso deve immediatamente ritirare questo provvedimento: diversamente è Lei che va rimossa dall’incarico».

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