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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Botte e insulti razzisti, chieste condanne per 9 anni

Due piacentini accusati di vari reati - tra cui lesioni, tentata estorsione, resistenza alla polizia - e di aver aggredito un marocchino e altre due persone. Per un 26enne, a cui è contestata l’aggravante dell’incitamento all’odio razziale, chiesti sei anni. Per un 41enne, l’accusa ha chiesto tre anni. Nella prossima udienza, parola alle difese

Pesanti condanne sono state chieste per due piacentini accusati di aver picchiato - e per una lunga serie di reati - un marocchino e altre due persone. Per uno sono stati chiesti sei anni di reclusione, per un altro tre anni. E, per il primo degli accusati, la procura aveva anche fatto scattare l’aggravante dell’incitamento all’odio razziale. Il 3 luglio, dopo la requisitoria del pm, ci sono state le richieste di pena. Il processo è stato rinviato a metà luglio, quando parleranno le difese.
Per un piacentino di 26 anni, attualmente è agli arresti domiciliari e ha scelto il rito abbreviato, il pm Matteo Centini ha chiesto al giudice per l’udienza preliminare la condanna a sei anni di reclusione. Il giovane deve rispondere di tentata estorsione, lesioni nei confronti di tre persone, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, guida in stato di ebbrezza, detenzione di armi (aveva un tirapugni) e istigazione all’odio razziale. Il 26enne è difeso dall’avvocato Matteo Mami.
Il secondo imputato, un uomo di 41 anni che ha l’obbligo di firma, è accusato soltanto di tentata estorsione e lesioni nei confronti di una persona. Il giovane è difeso dagli avvocati Alida Liardo e Paolo Lentini. Anche il marocchino è accusato di lesioni, ma a lui è stata concessa la Messa alla prova (una di misura di comunità, alternativa alla detenzione).
I due erano stati arrestati, ed erano finiti in carcere, nell’ottobre del 2018. A far scattare le indagini della polizia era stata l’aggressione a un marocchino all’esterno di un locale cittadino. Il 26enne avrebbe picchiato il nordafricano apostrofandolo come “marocchino di m...”. Inoltre, dalle indagini della Squadra mobile, era emerso che il giovane avrebbe detto al marocchino di appartenere a una razza inferiore, compiacendosi di ciò che aveva fatto e proclamandosi “nazifascista convintissimo”, fiero del proprio comportamento. Quella sera, sarebbe anche stato picchiato un ragazzo che aveva i capelli “rasta” (acconciatura tipica giamaicana) forse anche lui ritenuto non conforme all’etnia “giusta”.
Alla base di quella serata di follia ci sarebbe stata la mancata restituzione di un prestito di 200 euro. A non aver restituito il denaro sarebbe stato un terzo piacentino. Quest’ultimo era stato minacciato, e con lui i famigliari, fino ad arrivare all’aggressione.
Il marocchino, secondo le indagini, avrebbe reagito vicino al locale tirando un bicchiere a un amico del 26enne. Quest’ultimo - che sarebbe il debitore - era in un primo tempo stato difeso dal giovane. Poi, i due imputati, secondo le accuse, lo avrebbero malmenato per farsi restituire il denaro.

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