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Cronaca

Soldi presi dal conto del sindacato. I difensori: «Ma quel denaro era di Salerno»

Si è aperto il processo all'ex segretario della Cisl, accusato di appropriazione indebita perché avrebbe preso 147mila euro da un conto nominato Fiom, Fim e Uilm. In aula saranno sentite 49 persone

Si è aperto oggi, 22 ottobre, ed è stato subito rinviato, il processo nei confronti di Giovanni Salerno, detto Gianni, accusato di appropriazione indebita aggravata per aver dirottato del denaro da un conto che aveva il nome dei sindacati metalmeccanici (Fiom, Fim e Uilm) al proprio.

Davanti al giudice Elena Stoppini, l’accusa, con il pm Antonio Colonna, e la difesa, rappresentata dagli avvocati Alessandro Miglioli e Cosimo Pricolo, sono state fissate le date delle prossime udienze e stabiliti i testimoni delle due parti: un numero elevato. Saranno ben 49, infatti, le persone chiamate a deporre in aula. Oltre a questi, pm e difese produrranno documentazione.

Pricolo e Miglioli hanno sostenuto che quel denaro è stato sì prelevato, ma non apparteneva al sindacato. Il denaro depositato apparteneva a Salerno che avrebbe chiamato il conto corrente con un vecchio nome per farvi confluire le somme che gli derivavano da consulenze per la Lpr. I legali, inoltre, presenteranno anche la richiesta di remissione di querela presentata da un altro esponente del sindacato, Ivo Busacchini insieme con gli statuti dei tre sindacati e le deleghe di alcuni lavoratori per la trattenuta in busta paga.

Secondo la procura, Salerno avrebbe prelevato 147mila euro. Nell’indagine, era stato indagato anche Paolo Botti, all’epoca sindacalista Cgil (fu poi presidente di Tempi e segretario del Pd). La posizione di Botti è stata archiviata per la prescrizione del reato. Botti e Salerno, fin da subito, si erano detti all’oscuro di tutto, sostenendo di aver sempre operato con correttezza.

Il conto era stato attivo dal 1999 al 2002 e vi erano transitati circa 267mila euro. I carabinieri, indagando sul caso Filosa, scoprirono anche questo filone di indagine.

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