Presunti maltrattamenti all'asilo Farnesiana, pioggia di richieste di costituzione di parte civile
Nell’udienza preliminare davanti al gup Luca Milani nella mattina del 22 ottobre sono state avanzate una quindicina di richieste di costituzione di parte civile, tra le quali il Comune di Piacenza e il Consorzio dell'asilo
Presunti maltrattamenti all’asilo Farnesiana. Nell’udienza preliminare davanti al gup Luca Milani nella mattina del 22 ottobre sono state avanzate una quindicina di richieste di costituzione di parte civile le quali ritengono di essere parti offese nel procedimento che vede indagate quattro maestre dell’Asilo Farnesiana. Accusate di maltrattamenti sono le insegnanti Paola Vezzulli (avvocati Vittorio Antonini e Luigi Alibrandi), Giulia Rossi (avvocato Monica Magnelli) e Paola Cherubino (avvocato Paolo Fiori). Di abuso di mezzi di correzione dovrà rispondere Claudia Contini (avvocato Franco Livera). In totale sono ventiquattro le persone offese, e una quindicina le richieste di costituzioni di parte civile. Si tratta delle famiglie dei bambini e che hanno scelto come legali: Sara Soresi, Mara Tutone, Massimo Brigati, Nicoletta Passerini, Giulio Canobbio e Federica Alì (foro di Genova). Il comune di Piacenza ha scelto l’avvocato Gianni Maria Saracco di Torino, mentre il consorzio Asilo Farnesiana (Unicoop e Coopelios) il legale Giulio Garuti. La prossima udienza è stata fissata per il 22 novembre, in queste settimane le difese esamineranno le costituzioni al fine di valutare eventuali eccezioni in merito. Vezzulli e Rossi vennero arrestate dai carabinieri il 25 maggio del 2017 e finirono in carcere. Il giudice dispose il giorno dopo l’obbligo di firma e, un mese dopo, la remissione in libertà. Secondo l’accusa (pm Antonio Colonna), le maestre - riprese dalle telecamere installate di nascosto dai carabinieri della stazione di Piacenza Levante - avrebbero ripreso alcuni presunti episodi di maltrattamenti sui piccoli: schiaffi, modi rudi, insulti, strattoni. A far scattare le indagini, fu la denuncia di una collega delle due maestre arrestate. I genitori dei bimbi coinvolti vennero convocati dai carabinieri che mostrarono loro i video. La vicenda ebbe anche ripercussioni politiche e l’allora Giunta Dosi venne raggiunta dagli strali delle opposizioni. Scatenò molti commenti sui social, Facebook in particolare, che portò una delle maestre a querelare numerose persone per ingiurie (gran parte delle quale condannate a risarcire il danno) tanto da raggiungere quota 130. E, in un caso, una persona è stata querelata due volte.