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Cronaca

«E' uno stalker molto pericoloso»: il pm chiede 1 anno e 8 mesi per un 45enne

Un inferno fatto di molestie, centinaia di chiamate, pedinamenti e minacce. Nel processo, che vede imputato un 45enne, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 1 anno e 8 mesi, mentre l'avvocato della donna, costiutitasi parte civile, ha chiesto il massimo della pena: «E' un individuo pericolosissimo»

Si è svolta nella mattinata del 23 maggio la requisitoria del pm Antonio Rubino nel processo che vede imputato un uomo accusato di atti persecutori nei confronti della ex fidanzata. Il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 1 anno e 8 mesi, mentre l'avvocato della donna, Alessandro Bacchetta, costituitasi parte civile ha chiesto il massimo della pena. «Ho chiesto una condanna esemplare per la recidiva specifica del 45enne. E ho sollevato l'attenzione sulla pericolosità del soggetto che rientra nella categoria più pericolosa degli stalker, quella dei "molestatori rifiutati". Nel suo intervento Bacchetta ha sottolineato anche la velocità della questura nel comprendere la gravità della situazione e nell'emettere il provvedimento che ha bloccato l'escalation delle molestie. Il 3 giugno ci sarà un'altra udienza durante la quale la difesa dell'uomo, rappresentato dall'avvocato Patrizia Picciotti, replicherà alla richiesta di pena.

TUTTA LA VICENDA - Il processo si era aperto l'11 aprile scorso. La brutta storia era cominciata sul finire del 2011. Dopo tanti anni, i due erano stati fidanzati 20 anni prima, la coppia decide di uscire insieme. Poco tempo e lei si rende conto che la cosa non va e decide di smettere. Come nel peggiore copione di queste vicende iniziano tante telefonate (dalle 30 alle 50 al giorno) e una pioggia di sms. Lei cerca di farlo ragionare, ma non ci riesce. Cambia così il numero del cellulare, ma lui non demorde e la assilla a casa, al  lavoro, a casa dei genitori e anche all’asilo che frequentano i suoi figli. Ormai, la donna è impaurita e va in questura a denunciare il fatto. Parte l’inchiesta. Nel frattempo, lui non si ferma. Ma a marzo, il questore emette un’ordinanza (che equivale alla custodia cautelare) che impedisce all’uomo di avvicinarsi alla 40enne. Nel frattempo, la polizia sequestra in casa del 45enne il computer e il telefono. La procura termina l’inchiesta e chiede il rinvio a giudizio, poi disposto dal gip. E la triste storia approda in aula.

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