«Non siamo i Forconi, siamo italiani che dicono basta». Corteo in centro il 13 dicembre
Continua, dal 9 dicembre, il presidio delle persone che hanno aderito alla protesta esplosa in tutto il paese al grido "L'Italia si ferma". Dal gazebo in piazzale Genova il 13 dicembre alle 15 partirà un corteo pacifico che attraverserà il centro della città: «Siamo cittadini italiani che hanno detto basta»
Un gazebo, una bombola, una tenda, cibo, striscioni, freddo e tanta rabbia. Rabbia che non esplode in violenza o atti eclatanti, tutt'altro. Le persone che dal 9 dicembre, giorno in cui è esplosa la protesta del movimento dei Forconi in tutto il paese al grido "L'Italia si ferma", semplicemente sono accanto al liceo Respighi di fronte alla statua di Sant'Antonino giorno e notte "perché - dicono - ci siamo stancati di questa situazione e di essere presi in giro".
Dicono: «Abbiamo i permessi per stare qui fino a sabato a mezzanotte e abbiamo organizzato un corteo assolutamente pacifico per venerdì 13 dicembre con partenza da piazzale Genova, faremo tutto il Corso e ci fermeremo sotto il municipio per far sentire la nostra voce. Non apparteniamo al movimento dei Forconi, vogliono quello che chiediamo noi ma vogliamo precisare che non siamo affiliati a loro».
«I piacentini - proseguono - il primo giorno ci scansavano e adesso sono loro che vengono a cercarci e ci chiedono cosa possono fare. All'inizio avevamo solo il gazebo, tutto quello che vedi ce lo hanno portato anche di notte. Cibo, caffè, compagnia, sostegno. A Piacenza ci sono anche degli angeli e li ringraziamo con tutto il cuore. Ringraziamo anche i poliziotti e i carabinieri per il sostegno e per tutte le volte che passando ci chiedono se è tutto a posto».
Fanno i turni per mantenere il presidio: «Siamo padri, madri, giovani, anziani, disoccupati, precari. Ci diamo il cambio per fare del nostro meglio senza far mancare nulla alle nostre famiglie. Ma sentiamo di doverlo fare per dire basta a questa situazione che ci ha portato alla fame e alla disperazione. Dobbiamo riprenderci la sovranità popolare e monetaria e la democrazia. Siamo apartitici e apolitici, non siamo altro che italiani che hanno detto basta. Basta per i nostri figli e i nostri nipoti ai quali è stato tolto un futuro dignitoso. Speriamo che per il corteo ci sia tanta gente, abbiamo bisogno di tutti». Qualche passante li osserva e se ne va, altri invece si fermano e solidarizzano. Si parla, si mangia, si discute e ci si prepara a passare la terza notte nella nebbia.
IL MOVIMENTO DEI FORCONI - Nasce un anno e mezzo fa in Sicilia, protagonisti gli autotrasportatori che per protestare contro le tasse e le accise delle benzina che continuano a salire bloccano l’isola per nove giorni. Il trasporto su gomme dell’intera penisola viene paralizzata, il carburante inizia a mancare nelle stazioni di servizio. Un movimento che poi si organizza, ha un proprio statuto e un sito web. E torna il 9 dicembre nelle piazze con la manifestazione “Fermiano l’Italia” questa volta contro il governo Letta e l’austerity. Ed infatti vengono prese di mira le sedi dell’Agenzia dell’Entrata in tutta Italia. Non ci sono solo agricoltori e autotrasporatori, le maglie del movimento si allargano a tutte quelle categorie messe in ginocchio dalla crisi. Ci sono poi anche gruppi di destra, Casa Pound e Forza Nuova ma anche gli antieuropeisti. Fino alle frange più violente e agli ultras che si infiltrano e creano disordini nelle piazze. Gruppi autonomi da cui il movimento prende le distanze, promuovendo una protesta pacifica.
(Fonte Rai)