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Cronaca Caorsana / Strada dei Dossarelli

Protesta alla Tnt: «E' stato fatto un passo avanti, ma la battaglia non è finita»

E' finita (per adesso). Il tavolo in Prefettura ha dato i suoi frutti: i lavoratori potranno rientrare al lavoro alla Tnt. I manifestanti hanno proclamato una tregua fino a venerdì

Adesso davanti alla Tnt piacentina la felicità ha preso il posto della rabbia. I festeggiamenti sono in corso: il tavolo in Prefettura tra i sindacati, i vertici della Tnt e la cooperativa Gesco pare abbia dato qualche frutto. Infatti, i lavoratori che hanno protestato potranno rientrare al lavoro nel prossimi giorni. Alle 19.30 i rappresentanti dei ragazzi nordafricani e dei Cobas sono stati accolti da applausi e grida di gioia davanti alla sede della Tnt in via Dossarelli dopo il tavolo in Prefettura.

Protesta alla Tnt: tregua fino a venerdì 22 luglio

Tutto era iniziato l'8 luglio scorso con la prima protesta da parte di un centinaio di facchini nord africani della Tnt che denunciavano le pessime condizioni di lavoro, la mancata applicazione del contratto nazionale, le ispezioni corporali, il "caporalato" della formula del contratto a chiamata (molti infatti dicevano di rimanere ore ad aspettare di poter lavorare senza mai avere la certezza di poter portare a casa qualche soldo). Ma la cosa che ha fatto più arrabbiare i ragazzi è la busta paga 'falsa': dicono di essere pagati in nero con un bonifico sul conto corrente, per esempio di 800 euro, ma questa cifra sulla busta paga non compare: il "netto in busta" in certi casi è 0 o 0,75 centesimi. La rabbia era riesplosa poi il 14 luglio con un picchetto ad oltranza davanti ai cancelli della multinazionale. Picchetto che si è poi concluso, ma non del tutto, il 18 luglio. I ragazzi hanno deciso di far uscire i camion ("in ostaggio" da venerdì nel cortile) ma non smonteranno il gazebo "improvvisato". Vogliono controllare da vicino la situazione, dicono. Presenti l'assessore provinciale al Lavoro Andrea Paparo, l'assessore comunale ai Lavori pubblici Ignazio Brambati, Cgil, Cisl e Uil.

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LA PROTESTA DEL 17 LUGLIO (FOTO)

LA PROTESTA DEL 15 LUGLIO (FOTO E VIDEO)

LA PROTESTA DEL 14 LUGLIO (FOTO E VIDEO)

LA PROTESTA DELL'8 LUGLIO (FOTO E VIDEO)

Aldo Milani (Si.Cobas) spiega ai ragazzi: «Abbiamo fatto un passo in avanti ma la battaglia non è finita. Quello che è stato firmato è un verbale, è una dichiarazione di intenti, ma i nostri occhi saranno aperti e le orecchie attente. L'azienda ha detto che i lavoratori verranno reintegrati ma non fatevi ingannare dalle buone intenzioni. Vorranno dividervi e mettervi uno contro l'altro. Noi non andremo via da qua. Lasceremo passare i camion ma il presidio rimane, dobbiamo stare pronti a intervenire di nuovo: se all'interno dell'azienda, dopo il reintegro, qualcuno dovesse subire discriminazioni deve denunciarlo e dirlo. Noi fin quando non ci sarà un accordo vero e proprio siamo pronti alla battaglia. L'azienda vuole sicuramente tagliare fuori qualcuno con provocazioni: non dovete cedere per nessun motivo». E continua: noi chiederemo un'assemblea, noi dobbiamo entrare nell'azienda a parlare a tutti quei lavoratori che sono rimasti dentro. Vogliamo e volete (rivolto ai ragazzi ndr) solo giustizia: l'applicazione del contratto nazionale. Nessuno ha il diritto di trattarvi come delle bestie».

La posizione ufficiale di Tnt: «In merito alla situazione che ha visto interessata la societa' Gesconet fornitrice di manodopera utilizzata presso lo stabilimento di Piacenza, TNT Express Italy accoglie positivamente l'accordo stabilito tra le parti che ha portato al ripristino delle attivita' operative. Il prezioso supporto delle autorita' locali e in particolar modo della Prefettura e della Questura costituisce ulteriore garanzia affinche' sia tutelata la regolare gestione del business e delle relazioni sindacali»•

Giovedì prossimo dovrebbe esserci un'assemblea nell'azienda, mentre per venerdì è previsto un incontro con il sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino e le parti in questione. Fino ad allora dovrebbe durare la tregua stabilita il 18 luglio. Ma non è detta l'ultima parola.

 

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