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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Provocazione Siap: «Aggiungi un posto a tavola per un poliziotto»

Chiaravalloti: «Se un agente scorta un politico o un'autorità e il suo servizio si protrae, allora ha diritto al buono pasto. Se invece il servizio si protrae in mezzo a una strada non ne ha diritto»

«Dopo la scorsa campagna del Siap “adotta un poliziotto” (in riferimento al fatto che gli alloggi di servizio della questura erano e sono ancora impraticabili grazie a  determinazioni che ritengo scandalose in quanto non si ha la volontà di risanare la questione con scuse allucinati che creano a mio parere sperpero delle risorse pubbliche) il Siap apre un’altra campagna: aggiungi un posto a tavola». Lo scrive in una nota ufficiale il segretario regionale del sindacato di Polizia Siap dell’Emilia Romagna Sandro Chiaravalloti.

Poi prosegue: «È bene sapere che un poliziotto che scorta un’autorità, giustamente, qualora il servizio si protragga e l’agente non possa consumare il pasto, al collega viene riconosciuto un ticket di 7 euro. Ma se, a non poter consumare il pasto, udite udite, è un collega che rileva un incidente stradale anche con esito mortale, o un collega che fa un inseguimento con arresto, che interviene ad una rapina, in un furto in appartamento, in uno scippo o un collega che rinviene un cadavere, o anche se è coinvolto in una sparatoria, a questo non viene riconosciuto nulla. Infatti a Piacenza c’è la mensa e poco importa se non puoi andare a mangiare per il bene e la sicurezza dei cittadini. Diverso se scorti un onorevole. O meglio, verrebbe riconosciuto grazie a una risposta dipartimentale, ma la questura  di Piacenza, a differenza di tante altre che si sono adeguate, con un altro quesito che era a mio parere inutile, ottiene il non riconoscimento. Complimenti». 

«La questura comunque – scrive Chiaravalloti - una soluzione la ha trovata, ma come al solito più che un diritto mi appare una concessione - un inciucio - e il compenso, guarda caso, è inferiore. Non c’è nulla da fare, in questo Paese chi viene sempre danneggiato è chi ogni giorno opera in prima linea, quello a cui si chiedono sacrifici, quello che rischia la vita ogni giorno perché il suo mestiere di operatore delle volanti o della pattuglia stradale o della squadra mobile etc. non sa mai cosa gli riserva».

«Intanto, atteso che lo stesso ufficio dipartimentale prima dice che è riconosciuto e poi, grazie alla questura piacentina, non dice quasi nulla (sono diventati sordi-muti) chiediamo, provocatoriamente, il licenziamento dei responsabili per “confusione” da fallo da area di rigore. Intanto, chi fa l’autista sulle auto blu e casomai accompagna anche un nostro politico, può usufruire del pieno diritto, ma chi lavora in mezzo a una strada no. E per questo apriamo la campagna: aggiungi un posto a tavola.

Lo so, e scusate per la provocazione, ci sono cose più importanti, ma questo sta a dimostrare in che Paese viviamo, e che oltre alla politica che ha fallito, abbiamo una dirigenza statale che ritengo incapace e da riformare. Va “licenziata” perché la burocratizzazione di questo Paese è alla pari responsabile del male che ci affligge,  pari alla politica, se non di più. Del resto, un capo della Polizia italiana guadagna più del presidente degli Stati Uniti e i suoi uomini, ed è il caso di dirlo, fanno la fame. E’ dalle piccole cose che si evince la capacità»

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