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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Pugni in faccia alla prof, l'assessore regionale: «Episodio non tollerabile»

Nei giorni scorsi una professoressa sarebbe stata colpita ripetutamente al viso da un suo studente di prima media in una scuola della provincia. La donna è stata medicata in pronto soccorso dove ha ricevuto una prognosi di sette giorni

Nei giorni scorsi una professoressa sarebbe stata colpita ripetutamente al viso da uno studente di prima media in una scuola della provincia. La donna è stata medicata in pronto soccorso dove ha ricevuto una prognosi di sette giorni. Il ragazzino è stato sospeso da scuola con obbligo di frequenza, mentre l'istituto ha presentato una denuncia per infortunio sul lavoro e una segnalazione ai servizi sociali.  «E' evidente che episodi simili rappresentano segnali di un malessere che non può essere sottovalutato». A dichiararlo all'AdnKronos è Patrizio Bianchi, assessore alla Scuola della Regione Emilia Romagna. 

«Ll'episodio - sottolinea Bianchi - è solo l'ultimo di una serie di atti di violenza che si sono verificati in Italia ai danni del personale docente. Recentemente, infatti, a Foggia un vicepreside è stato preso a pugni da un genitore, con una prognosi di 30 giorni, e prima ancora un insegnante di Treviso era stato preso a schiaffi dal padre di un alunno che aveva sgridato. Per non parlare dell'insegnante di Caserta accoltellata da un 16enne che voleva interrogare per fargli recuperare un'insufficienza.  E' evidente che episodi di questo tipo devono essere sanzionati, perché non è tollerabile in nessuna maniera che gesti di violenza si verifichino all'interno di una scuola - continua Bianchi - ma al di là dei provvedimenti che il dirigente scolastico ha preso nei confronti del ragazzo, c'è un dato oggettivo di assoluto malessere che va considerato in tutto il suo insieme». E ancora: «Non c'è dubbio che la scuola oggi sia molto più complicata di quanto non fosse in passato, da un lato perché ci sono delle classi molto più complicate, e non solo dal punto di vista etnico, e dall'altro per via dell'organizzazione sociale che dopo 10 anni di crisi comincia a far sentire le sue differenze. L'episodio di Piacenza dimostra che indubbiamente ci sono segnali che si stanno accumulando a testimonianza di una grande difficoltà che il mondo della scuola sta attraversando e di cui bisogna prendere atto». 

IL COMMENTO DEL SINDACATO GILDA - E’ grave il fatto che uno studente aggredisca il proprio insegnante che in quanto tale rappresenta anche l’Autorità Statale, trattandosi di un soggetto minore dei 14 anni egli non è perseguibile penalmente ma certamente i genitori (o chi per essi) rispondono verso terzi dei danni prodotti dai loro figli, specialmente quando essi sono compiuti verso pubblici ufficiali quali sono i docenti statali nell’esercizio delle loro funzioni. La Gilda degli Insegnanti di Piacenza e Parma inviterà formalmente l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna e l’Avvocatura dello Stato di Bologna ad agire nelle competenti sedi giudiziarie, solitamente lo fanno solo quando si tratta di “andare contro gli insegnanti” mai quando c’è da agire per tutelarli. Non siamo disposti a tollerare oltre questo buonismo dell’Amministrazione scolastica, la cui scarsa reattività andrebbe meglio sanzionata. I cittadini che hanno compiuto 14 anni sono perseguibili penalmente e l’azione penale nel nostro Paese è obbligatoria, quando sono infraquattordicenni seppur non imputabili i loro genitori vanno chiamati a risarcire. Oltre alla violenza fisica subita da un docente piacentino, apprendiamo anche che un altro insegnante della provincia di Piacenza sarebbe stato vittima di comportamenti lesivi da parte di minori, anche in quel caso chiediamo azioni urgenti contro le famiglie, pretendendo che i dirigenti scolastici ed i vertici territoriali dell’Amministrazione scolastica creino le condizioni che ci sia un atteggiamento compunto verso l’Autorità che gli insegnanti rappresentino. Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Piacenza e Parma, rivolgendosi ai colleghi vilipesi afferma: «Anche se non dovessero essere nostri iscritti siamo disposti a sostenerli e ad assisterli per quanto è nelle nostre possibilità».

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