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Cronaca

«Expo ha portato cinquecento turisti nel Piacentino»

Expo 2015: i numeri a 100 giorni dall'avvio. Sotto previsione l'afflusso alla Fiera Universale a Milano, meno di 500 i visitatori sconfinati nel Piacentino almeno per una notte. I dati

A Milano Expo 2015  Il “DENTROSALONE” è l’esposizione di Paesi, di prodotti, di padiglioni collettivi, organizzati secondo criteri di identità e filiere alimentari, di attrazione tecnica, formativa, innovativa, istruttiva. Tutta l’economia di Milano Metropolitana ne è coinvolta. A fine esposizione 830 ottobre) si è preventivata un affluenza di oltre 20 milioni di persone. Stando alla  proiezione su dati rilasciati dal commissario all’Expo Giuseppe Sala (6 milioni di  i visitatori a Giugno) l’afflusso sarebbe inferiore al previsto, ma ci sono concrete possibilità di recupero.

Come è noto, Il piacentino Giampietro  Comolli,  da 30 anni nel vino nazionale e manager di imprese,  è il patron del grande evento con il  “FUORISALONE UnPOxExPO2015”, un unico programma di sistema fra prodotti-territori-ambiente-imprese-eventi che svolga una azione attrattiva turistica verso Expo, ma anche verso i distretti economici territoriali lungo il PO. I temi di Expo – alimentazione, nutrizione, energia per la vita, acqua – si possono infatti toccare con mano lungo il Grande Fiume l cui bacino, da Torino a Venezia, comprende 15 province, 590 comuni, offre 100 prodotti alimentari certificati e noti, ambienti di cultura, musei e città d’arte, ospitalità e anche turismo fluviale.

Per questo evento padano – gli chiediamo - quanti sono i turisti dei primi cento giorni ? «Esattamente 110mila – spiega Comolli -, di cui ben l’81% provenienti da oltre i confini nazionali: tra questi, il 68% di italiani che rientrano in patria. Le mete più gettonate sono i borghi-bleu d’arte: Torino e Venezia quasi pari, poi Mantova; bene Treviso e Chioggia. Venezia conferma l’appeal grazie al “suo” ExpoAquae. Torino, colline e parchi sono una destinazione cercata e Torino-aeroporto ha visto incrementare del 13% gli arrivi rispetto al 2014. Oltre 18.500 sono stati i giovani visitatori per i 200 anni di Castelnuovo don Bosco, grazie all’azione dell’Opera Pellegrinaggi, compreso la Sindone e più di 2000 le visite a monasteri. Molto frequentate le antiche vie del Romanico e Francigena. Prescelti i week-end brevi con bici, i pernotti in locande, tanti camper e roulotte. Quasi 12000 i pacchetti fluviali (con bici, moto e maratone) fruiti sulla tratta Mantova-Venezia e Parco Delta. Oltre 160 le degustazioni di vini organizzati nella zona del Prosecco Superiore e Doc, Lambrusco e Monferrato per oltre 24000 ingressi in cantine. Tortona e Pavia meta di 3000 cinesi per la mostra iconografica made in Cina: il grande percorso di Leonardo da Vinci, dal Cenacolo al Mombracco, ha attratto 1500 visitatori. Riso in Lomellina e i grandi salumi nelle Terre del Ducato Emiliano sono stati meta di 9000 appassionati, e acquirenti. Bene i musei della Ferrari e Ducato, con sosta alla casa di Pavarotti, 2800 innamorati del belcanto e dell’Opera Italiana. Reggio Emilia offre esposizione di 100 marchi di nicchia».

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Le ricadute su Piacenza

«Piacenza – continua Comolli - ha puntato tutto sulla Piazzetta. I dati su Piacenza città-legata al fiume  in nostro possesso e ricavati da prenotazioni negli alberghi e arrivi, Trenitalia e agenzie, sono limitati a meno di 500 in 100 giorni. Idem per Lodi, molto meglio  Cremona e Pavia con circa 3000 arrivi a testa, ma nulla a confronto di altre città. Pavia ha puntato molto su centro storico medioevale e mostre private oltre che legame con università e convegni su cibo-saluto e vino-salute. Cremona è stata attenta al dialogo con Crema-Milano fruendo di ricadute grazie alle vie ferroviarie privilegiate, ma soprattutto all’impegno di due grandi imprenditori leader locali e a alcuni marchio-cibo già noti come Torrone, Mostarda.  Piacenza quel poco o tanto è stato fatto lungo la riviera provinciale:  è merito principale  della Strada dei Sapori della Bassa ben diretta e gestita (da Andrea) con alcune imprese che hanno coinvolto “foresti” seminando, e  di qualche sindaco lungimirante come a Monticelli, Caorso, Castelsangiovanni, Castelvetro.  Un plauso ai “ragazzi del fiume” della Tana di Roncarolo e al grande capitano, maestro di fiume, come Luigi Vecchia, instancabile Cicerone-Caronte che da San Nazzaro conduce a Isola de Pinedo gli ospiti. Ottimo il lavoro di supporto e di rete svolto dalla Locanda-Ristoro Finestra sul Po (pied en l’eau, come direbbero i francesi, una eccezionalità!) e da Isola Serafini, una tradizione culinaria di fiume storica.  Bene il comune di Sarmato per l’ostello, anche il castello di Calendasco ha dato il suo contributo: mete  predilette dei giovani del nord America e nord Europa. Ora però devono comunicarlo e pubblicizzarlo, non tenerlo per sé. La richiesta è ampia: l’ostello a Chivasso e quello ad Ostiglia sono da 30 giorni pieni e tutto prenotato anche a settembre.  Segnalo che da alcuni giorni su Rai e Mediaset passano uno spot-invito ad andare a settembre a Parma-Busseto-Roncole per Verdi, con alcune serate con cene-tematiche dei piatti del maestro. Un impegno comunicazionale completato da diversi blogger e blog nazionali, supportati da sponsor locali e nazionali anche fra altri media. Oggi sono già aperte le prenotazioni anche tramite  la associazione Verdissime.com che curano gli aspetti gastronomici. In cantiere anche un docu-film sul Grande Maestro e il rapporto con la agricoltura della bassa e il fiume Po che parte dall’idea di un piacentino».

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