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Tentano di rubare in un edificio del Comune: uno in fuga, l'altro arrestato dopo le botte ai carabinieri

Un 22enne clandestino è stato arrestato dai carabinieri di Rivergaro. E' stato scoperto mentre, insieme ad un complice poi fuggito, cercava di scardinare la porta di un edificio del Comune di Gossolengo a Quarto

Scoperti mentre cercavano di introdursi in una struttura pubblica del Comune di Gossolegno in strada Regina a Quarto, probabilmente per rubare. Uno di loro è stato preso, con non poca fatica, ed è stato denunciato per tentato furto aggravato, violenza, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. L'altro è riuscito a scappare, dopo una colluttazione con i carabinieri.

Il movimentato episodio è accaduto intorno alle 19 di venerdì 18 novembre. Due pattuglie dei carabinieri di Rivergaro, guidati dal luogotenente Roberto Guasco, stavano pattugliando la frazione di Gossolengo quando hanno notato due persone intente a scardinare una porta di un edificio di proprietà del Comune. Alla vista dei militari hanno cercato di scappare in direzioni diverse: uno di loro, dopo aver preso a calci e pugni i carabinieri, è riuscito a scappare ma la fuga, durante la quale ha perso un cacciavite, è durata poco: è stato subito preso e portato in caserma. Il complice, dopo una breve colluttazione con i militari, ha fatto perdere le proprie tracce. Sul posto anche il sindaco di Gossolengo che ha sporto denuncia. Così il ladro accompagnato in caserma e arrestato per tentato furto aggravato in concorso con ignoti, violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale (uno dei carabinieri ha riportato tre giorni di prognosi), è stato identificato in un 20enne di nazionalità albanese senza fissa dimora, respinto nei giorni scorsi alla frontiera di Malpensa in quanto clandestino in Italia e senza mezzi di sostentamento. Nella mattinata di sabato 19 novembre è comparso in tribunale davanti al giudice Alessandro Rago (Il pm è Monica Bubba), difeso dall'avvocato Cinzia Ziliani. Il giudice ha convalidato l'arresto e ha disposto per lui l'obbligo di firma. Probabilmente i due ladri potrebbero essere stati accompagnati da un terzo complice che li attendeva in auto: alla vista dei militari anche lui si sarebbe dato alla fuga.

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