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Cronaca

Reato di tortura, Siulp: «Un mix di arroganza e cecità»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPiacenza

“Reato di tortura art.613- bis c.p.”: un mix di arroganza e cecità in una politica che ha perso il metro di misura tra delinquenza e salvaguardia dell’ordine democratico.

Apre così il duro commento del Siulp piacentino diretto dal Segretario Oliviero Pietrarelli all’approvazione dell’art.613-bis che, introduce nel nostro codice penale il tanto discusso reato di tortura. Sosteniamo con fermezza che l'approvazione di questa tipologia di reato in un momento storico e delicato come quello che stiamo vivendo sia determinante a far scivolare “le divise” in una profonda crisi operativa, determinando ad effetto domino una più grave ricaduta sulla già penalizzata sicurezza del paese. Riteniamo che, approvare il reato di tortura non sia stato semplicemente per fungere da monito a non commettere, bensì, frutto dell’iconsapevolezza di una politica obliqua che, ha smesso di guardare al futuro del paese. Da analizzare che, trattasi dell'ennesimo reato “proprio​” del pubblico ufficiale che, per la sua così larga applicazione, determina in fatto una totale soccombenza delle forze dell'ordine -potere esecutivo-, all’azione delle procure, -potere giudiziario-, disallineando in questo modo i poteri cardine dello Stato. Secondo noi, il codice penale era già abbastanza gremito di previsioni di reati specifici del pubblico ufficiale, ed anche con le dovute aggravanti per caso di specie, motivo per il quale riteniamo vessatorio e minaccioso il reato di tortura.

È e sarà doveroso chiedere ai 198 scienziati del “si”, come sarà possibile per l'autorità di Pubblica Sicurezza gestire, dirigere e contrastare situazioni di disordine pubblico che sempre più spesso vedono città o monumenti italiani devastati, saccheggiate e distrutti. Chiediamo, anche all'opinione pubblica se le forze dell'ordine potranno continuare ad usare la forza per respingere una violenza. Se si potrà continuare ad ammanettare coloro che, ubriachi o sotto effetto di droghe si autolesionano o meglio distruggono locali delle questure o delle stazioni dei carabinieri o pronto soccorsi, e quale sarà il lasso temporale per passare dalla misura consentita alla tortura. Chiediamo ancora, se nelle previsioni del totale garantismo, si pensato ad alberghi al posto di carceri, ovvero a weekend esorcizzanti e rilassanti per i black block che partecipano a disordini sociali e devastazioni. Perché ciò, magari, costerebbe meno allo stato, anziché processare persone per bene come i tutori dell'ordine.

Chiediamo questo perché, -e lo diciamo per ironia- dal testo in parola, il pubblico ufficiale che si troverà d'ora innanzi a dover agire per obbligo giuridico dovrà, in una frazione di tempo valutare, sul campo se, appena il caso di, essere giudicato per omissione del proprio dovere, oppure rischiare l’incriminazione per tortura. Chiaramente il sindacato di polizia, ed in particolare il Siulp, si batterà affinché, gli stessi diritti riservati ali delinquenti vengano riservati anche ai poliziotti. Concludiamo con rammarico, augurando alle forze dell'ordine un grande in bocca al lupo, per il loro lavoro futuro, ringraziando per quello che fino ad oggi hanno fatto con professionalità, senso del dovere e serietà intellettuale, affidando le nostre speranze ad una magistratura imparziale e libera da vincoli politici. Il​ Segretario​ Provinciale​ Generale Oliviero​ Pietrarelli

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