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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Regali dai commercianti, l’ispettore: «Mai venuto meno al mio ruolo»

Polizia Locale, in aula parla l’imputato e spiega come veniva svolto il lavoro. «I caffè gratuiti? Mi chiedevano informazioni per mettere in regola le loro attività e mi ringraziavano così»

Ha parlato per oltre un’ora e mezzo, rispondendo alle domande del pubblico ministero e spiegando il tipo di lavoro che svolgeva quando era in servizio. Si è svolta il 3 dicembre l’udienza del processo nei confronti di Bartolomeo Guglieri, già ispettore capo della Polizia Locale di Piacenza, accusato di presunti comportamenti illeciti legati al proprio ruolo per ottenere benefici. L’ispettore deve rispondere di truffa ai danni della Pubblica amministrazione e truffa per un falso certificato medico per assentarsi in modo ingiustificato dal lavoro. Inoltre, per il reato di indebita induzione il collegio dei giudici aveva deciso che sarebbe stato valutato caso per caso. Guglieri, difeso dall’avvocato Paolo Veneziani, ha risposto alle domande del pm Antonio Colonna e a quelle del presidente del collegio, Stefano Brusati (a latere Sonia Caravelli e Aldo Tiberti). Guglieri ha detto di non aver compiuto atti contrari ai doveri che il suo ufficio e il suo ruolo richiedevano. Le accuse, per lui, riguardavano regalie ricevute da alcuni commercianti - ma qualcuno, che ha testimoniato in aula, aveva negato che questo fosse avvenuto - in cambio di alcuni favori. In alcuni casi, l’ex ispettore avrebbe anche paventato multe salate per presunte irregolarità.

Guglieri ha replicato che erano i commercianti a offrirgli un caffè o piccoli oggetti come riconoscenza per le informazioni e le spiegazioni che loro chiedevano all’ufficiale per essere in regola nel commercio. Inoltre, i giri in divisa al mercato erano fatti solo al termine dell’orario di servizio. La procura gli contesta illeciti in un periodo che va dal 2000 al 2013. Sul suo ruolo, c’è poi stato un confronto tra il pm e l’imputato. Tutte le varie uscite compiute da Guglieri spesso non venivano segnate sui brogliacci di servizio. L’ispettore ha risposto che non tutte le attività venivano registrate né c’era sempre una relazione di servizio. In genere, ha raccontato, si svolgeva un’attività preliminare e se risultava un futuro accertamento allora si redigeva un verbale. In qualità di capo servizio l’attività non era registrata, anche perché sui brogliacci è registrato un decimo dell’attività del Corpo, ha scandito. L’auto di servizio, ha sottolineato Guglieri, era dotata di Gps e anche la radio. Insomma, il modo di sapere dove fosse c’era. Il processo è stato rinviato in aprile.

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