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Cronaca

«Togliere per sempre la patente a chi causa morti guidando ubriaco»

La proposta del piacentino Antonio Palmieri, presidente dell'Associazione nazionale utenti stradali: «Chi causa questi incidenti è spesso recidivo. Basta solo modificare il Codice della strada»

«Per i tanti anni trascorsi in servizio all’interno di un ufficio della Motorizzazione Civile ho potuto valutatare migliaia di formulari di incidenti stradali provenienti dalle forze di Polizia e so per esperienza che, chi rimane coinvolto in gravi incidenti stradali connessi alla guida in stato di ebbrezza alcoolica o sostanze stupefacenti, è quasi sempre nella maggioranza dei casi un recidivo ed è su questa recidività del conducente e sul documento di guida dello stesso, che occorre intervenire». Interviene, in merito a uno dei problemi più attuali della nostra società, il presidente dell'Associazione nazionale Utenti stradali, il piacentino Antonio Palmieri. E lo fa con una proposta molto concreta.

 

«Gli strumenti sia giuridici che tecnici li abbiamo - spiega Palmieri - questi ultimi in carico già da moltissimi anni al Ministero dei trasporti, strumenti che, però, forse andrebbero utilizzati appieno seguendo le direttive a suo tempo impartite dal Ministero stesso, e sempre attuali, ma a volte o non conosciute o magari sottovalutate. Senza spendere un euro potremmo risolvere oggi, forse più che domani, uno dei grossi problemi che causano, con l’uso smodato dell’alcool – ma non solo - migliaia di morti l’anno. Non occorrono spot pubblicitari ma solo lavorare seriamente. Ritengo che non sia sul Codice penale che occorra intervenire, ma semplicemente ed immediatamente sul Codice della strada prevedendo: "per chi, in ogni caso, alla guida in stato di ebbrezza alcoolica o sostanze stupefacenti causa incidente stradale e si rende  responsabile della morte di persone o causi lesioni gravissime e permanenti a terzi, ferme restando le responsabilità penali previste, lo stesso soggiace alla revoca di tutte le patenti possedute per la guida di moto/autoveicoli, con l’inibizione perenne a conseguire o a convertire altro documento abilitante per la conduzione di qualsiasi veicolo a motore"».

«Sembra che l’attuale governo tecnico non sia disposto a varare quelle modifiche richieste da molte associazioni per introdurre nel nostro Codice penale il reato specifico dell’omicidio stradale cosiddetto volontario - spiega Palmieri - da imputare a chi, alla guida in stato di ebbrezza alcoolica o sostanze stupefacenti causi incidenti stradali mortali.  Evidentemente l’attuale Ministro di Grazia e Giustizia, essendo del mestiere ed in quanto avvocato di una certa levatura, ha saputo ben distinguere il confine esistente fra colpa, sia pur grave, e dolo o dolo eventuale». 

«Da qualche anno a questa parte - spiega il presidente dell'associazione - una associazione toscana aveva lanciato una proposta in tal senso raccogliendo molti sostenitori fra i quali l’On. Valducci presidente della IX Commissione Trasporti, e il sindaco di Firenze Renzi che si era detto pronto a mettere per primo la firma su qualsiasi iniziativa tendente ad introdurre il reato di omicidio stradale. Personalmente avevo invitato il primo cittadino di Firenze a unirsi all’Associazione Nazionale Utenti Stradali  (www.utentistradali.it ) ed a rivedere la propria posizione tralasciando l’idea della modifica al codice penale, che sarebbe stata solo fonte di discussioni giuridiche, per intraprendere quella suggerita dall’associazione, sicuramente meno difficile da percorrere, ossia quella di chiedere una semplicissima e immediata  modifica agli articoli 186 e 187 del codice della strada che trattano rispettivamente della guida in stato di ebbrezza alcoolica e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti ed ottenere sicuramente risultati migliori, immediati, e privi di possibili contestazioni giuridiche». 

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