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Cronaca

Rifiuti: produrne meno è possibile con adeguate pianificazioni e coinvolgendo le persone

All'università Cattolica è stato proiettato un documentario sui rifiuti di Napoli. Si è poi tenuto un dibattito nell'ambito del progetto "SOS - Show Our Sustainability"

L'università Cattolica è in prima fila con un programma di sostenibilità al servizio della persona e che coinvolge, ovviamente, l’ambiente in cui opera. E’ il progetto promosso dalla direzione della sede di Piacenza denominato “Sos – Show Our Sustainability” e che ora, tramite un accordo con Iren (dopo avere avviato ed implementato da tempo la raccolta differenziata), cercherà di eliminare completamente le bottigliette di plastica dell’acqua, installando in tutto il Campus apposite fontanelle. Ma, come è stato sottolineato nella presentazione del film documentario “Zero Waste”, dedicato ai problemi dell’immondizia di Napoli, sostenibilità significa anche ascolto ai bisogni di tutti gli allievi, perché questa accezione comprende anche la qualità della vita all’interno dell’Ateneo.

Il documentario “Zero Waste - Napoli senza monnezza” è stato realizzato da Raffaele Brunetti. Dopo aver lasciato la sua città vent’anni prima, Raffaele Brunetti torna a Napoli e lo fa in concomitanza con l’elezione a sindaco di Luigi De Magistris, nel bel mezzo di una nuova emergenza rifiuti del capoluogo campano.

Zero Waste, inserito nel concorso Documentari Italiani di Cinemambiente 2014, descrive un ritorno a casa, l’incontro di un napoletano di ritorno che vuole capire che cosa si cela dietro al caos dei rifiuti e quali exit strategy possono essere elaborate per il futuro.

Oltre al sindaco Luigi De Magistris, il suo documentario è segnato dall’incontro con don Maurizio Patriciello, il prete della lotta agli sversamenti nella Terra dei Fuochi, e con Paul Connett, il teorico americano della Zero Waste, una strategia di gestione che si propone di riprogettare la vita ciclica dei rifiuti su modello di riutilizzo delle risorse presente in natura. Il principio-base di Connett è semplice: tutto ciò che non può essere riciclato non deve essere prodotto.

Il lavoro di Brunetti mette ordine nella situazione del napoletano, individua le tre grandi aree di crisi: 1) a Nord la discarica di Taverna del Re con i suoi 10 milioni di ecoballe, 2) a Est la zona degli sversamenti, la cosiddetta Terra dei Fuochi, 3) a Sud la Cava di Sari costruita in violazione di qualsiasi norma, a ridosso del Vesuvio.

Il regista si interroga sui costi di trasporto in Olanda delle ecoballe per via marittima, scopre pescheti e alberi da frutta a pochi metri dai rifiuti tossici (e fumanti) dell’Acna di Cengio.

Insomma un viaggio tragicomico tra le meraviglie del golfo più bello del mondo, i frutti di mare più buoni del mondo e le surreali piramidi di spazzatura. Un viaggio in compagnia di preti, camorristi, attivisti, santi, magistrati, poliziotti, giornalisti, baristi e con due star d’eccezione: il Sindaco di Napoli e il Professore americano guru della teoria Zero Waste, che sostiene possibile azzerare i rifiuti, non solo a San Francisco ma anche a Napoli.

A commentare (e stimolare il successivo dibattito) sono intervenuti, con il coordinamento del professor Ettore Capri, direttore del Centro di Ricerca sullo sviluppo sostenibile Opera, i professori Marco Allena, docente di Diritto tributario, Marco Trevisan, direttore dell’Istituto di Chimica agraria e ambientale, e Selina Xerra, direttore Corporate Social Responsability e Comitati Territoriali Gruppo Iren.

A parere di Allena «Il diritto tributario deve muoversi nel “giusto mezzo”, guidato da adeguati strumenti di diritto comunitario, con il principio che “chi inquina, paga. Ma non è una sanzione. Il contributo ambientale deve (o meglio dovrebbe) disincentivare un certo tipo di emissione. Ma questo, se avvenisse, azzererebbe il gettito dello Stato. Così il diritto comunitario individuerà opportuni strumenti. Se Napoli raggiungerà la normalità, le tasse potranno incentivare la raccolta differenziata, con vantaggi per certi comportamenti».

«A Piacenza - ha detto la Xerra - c’è stata un’emergenza rifiuti fino al 2002, pur essendo stati tra i primi ad adottare la raccolta differenziata. Ma le crisi aiutano a capire e soprattutto a fare sistema, unendo, come si è fatto, tutti gli attori per un obiettivo comune e soprattutto con le pianificazioni che evitano le emergenze. La comunità ha condiviso gli obiettivi. Fondamentale è la sensibilizzazione ed il coinvolgimento dell’utente».

«Non esiste- ha affermato Trevisan - il rifiuto zero, così come come il Km zero. Semmai meno rifiuti (e meno Km) e, soprattutto, far pagare meno i cittadini. La differenziata costa: dà lavoro, ma è cara. Dunque, come emerge anche dal messaggio del film, è necessario ridurre i rifiuti, la maggior parte degli imballaggi sono legati all’agro-alimentare, ma le norme igieniche praticamente lo impongono. Si tratta di un circolo vizioso che può essere migliorato sicuramente con la differenziata, ma aumentando quella di umido e verde che può diventare ottimo compost, essenziale per i nostri terreni carenti di sostanza organica, dopo la necessaria digestione anaerobica. Ma ancora molti sono contrari al compostaggio».

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