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Cronaca Ferriere / Via Roma

Ruffinati prova a reagire: «Serviremo ancora le nostre trote»

Caterina Cervini e Luciano Calamari della trattoria che fiancheggia la centrale idroelettrica Enel della Vald'Aveto, non vogliono mollare: «Il prossimo anno facciamo quarant'anni di gestione, vogliamo ancora servire le trote a chi passa a Ruffinati»

«L’osteria è abbastanza vuota e per questo per le prossime settimane sarà sicuramente chiusa, visto che possiamo servire ai clienti solo qualche bottiglietta d’acqua e qualche "goccetto". Ma l’anno prossimo è il quarantesimo anno di gestione della trattoria e vogliamo continuare a servire le nostre trote ai tavoli». Caterina Cervini e Luciano Calamari accolgono ben volentieri tutti i passanti e i curiosi nell’Osteria a Ruffinati, uno dei centri della Vald’Aveto più compromessi dall’alluvione del 14 settembre scorso. L’Osteria era sommersa di fango solo qualche giorno fa: grazie ai volontari venuti in questo angolo alla periferia della provincia di Piacenza, è stata ripulita e a distanza di una settimana dal grave evento, i titolari possono quantomeno stare dietro al bancone a conversare con la gente, e non si dimenticano di spendere belle parole per la tanta gioventù vista da queste parti a portare aiuto.

Ruffinati, a un paio di chilometri da Salsominore, situata proprio sull’Aveto, è la sede della centrale idroelettrica dell’Enel, andata completamente fuori uso. Dopo una settimana, sono ancora ferme dov’erano lunedì scorso le automobili dell’azienda, ammassate una sopra all'altra dall'alluvione. Tanti conoscevano Ruffinati e si recavano qui per assaggiare le trote dell’Osteria. «Qua in Vald’Aveto – spiega Luciano Calamari – non ci siamo sentiti abbandonati dalle istituzioni solamente in questi giorni, ma durante tutto l’anno. Ringrazio però i numerosi “angeli del fango” che sono venuti a darci una mano: si sono dati molto da fare, e ora la nostra osteria è pulita, dopo essere stata sommersa da 50 centimetri di fango. È verissimo – continua Luciano – che l’Aveto è poco pulito: qua di residenti ne sono rimasti pochi, è impossibile da soli curare tutto. Credo però che la pioggia del 14 settembre sia stata un evento eccezionale».

La moglie Caterina ha il cuore diviso a metà. In alcuni momenti si sente fortunata: la spaventosa piena, nonostante i forti rischi e pericoli, non ha ferito e ucciso nessuno da queste parti. Dall’altro lato, guardare fuori dalla sua osteria e vedere che la frazione e la centrale sono state travolte dalla furia del torrente, è una cosa che le provoca molta inquietudine e tristezza. «I nostri sindaci fanno quello che possono – spiega la titolare dell’osteria - ma quando succedono queste cose…Ci siamo visti il canale stracolmo d’acqua inondare la nostra attività, alle 7 di quella mattina la situazione era tremenda: ora non riusciamo ad andare avanti, penso proprio che chiuderemo per questo periodo. Però nel 2016 facciamo quarant’anni di gestione e vogliamo continuare a servire le trote – specialità della casa – a chi passa nella nostra Ruffinati».

La donna non riuscirà più a dimenticare quella mattinata: «Quando ci hanno avvertito che anche ieri sera – sabato 19 settembre – c’era l’allerta meteo nella nostra zona, abbiamo preso su tutto e siamo scappati via. Meglio sgomberare che rivivere quelle paure. Mio marito ha dei problemi di salute, ce la siamo veramente vista brutta quando esondava tutto il canale nei nostri locali. Anche nel 2000 avevamo vissuto l’alluvione, ma non certo come questo…»

Ruffinati una settimana dopo l'alluvione - Mulazzi/IlPiacenza

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