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Cronaca

Bus, lunedì 11 ottobre indetto uno sciopero generale di 24 ore

Organizzato e indetto da SGB e USB Lavoro Privato

Lunedì 11 ottobre è stato indetto uno sciopero generale di 24 ore da parte delle organizzazioni sindacali SGB-Sindacato Generale di Base e USB-Lavoro Privato. «Tale organizzazione sindacale non è presente in azienda,  - fa sapere Seta - ciononostante potrebbero verificarsi adesioni spontanee da parte di singoli lavoratori e non è pertanto possibile prevedere l'entità delle eventuali astensioni. L'adesione allo sciopero da parte dei lavoratori Seta potrebbe dar luogo a disagi per quanto riguarda la regolarità del servizio di trasporto pubblico nel bacino provinciale di Piacenza con le modalità di seguito elencate».

Servizio urbano: possibili astensioni per l'intera giornata, ad esclusione delle fasce orarie 07:00-10:00 e 12:00-15:00 (sono garantite le corse in partenza dai capolinea dalle ore 06:46 alle ore 09:45 e dalle ore 11:46 alle ore 14:45).

Servizio extraurbano: possibili astensioni per l'intera giornata, ad esclusione delle fasce orarie comprese tra l'inizio del servizio e le ore 08:30 e 12:00-15:00 (sono garantite le corse in partenza dai capolinea alle ore 08:00 e dalle ore 11:31 alle ore 14:30).

Il servizio riprenderà regolarmente con le corse che inizieranno dopo il termine delle eventuali astensioni dal lavoro. Le corse garantite anche in caso di sciopero sono indicate nelle tabelle orarie pubblicate nella sezione "Linee" del sito web.  Informazioni in tempo reale sull'effettivo passaggio dei bus sono disponibili direttamente sul proprio smartphone/tablet, scaricando l'applicazione gratuita "Seta", disponibile negli store online delle piattaforme Apple e Android. Il servizio è accessibile anche attraverso la sezione "Quanto manca?" del sito web. Per ogni ulteriore informazione sono a disposizione degli utenti il servizio telefonico di SETA al numero 840 000 216 ed il servizio WhatsApp al numero 334 2194058. 

LE RAGIONI DELLO SCIOPERO 

La politica del Governo Draghi, ha letteralmente  rimosso dal rilancio del piano economico del Paese gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, assegnando tutte le risorse del piano economico nazionale alle aziende, sbloccando i licenziamenti, liberalizzando il sistema degli appalti e aumentando  le bollette di luce e gas, falcidiando salari e pensioni. Una politica che mira ai piani di sfruttamento, precarietà, disoccupazione, devastazione sociale e ambientale; basta pensare agli 8000 esuberi in Alitalia, alla cancellazione del contratto nazionale e la drammatica riduzione del costo del lavoro e dei salari. Una politica che non si focalizza sugli interventi strutturali della sanità, edilizia scolastica e tanto meno sulla riorganizzazione del trasporto pubblico, senza comprendere la gravità di una situazione che la pandemia ha portato a galla confermando il completo abbandono, ormai ventennale, di ogni tipo di intervento strutturale ed economico dei servizi pubblici essenziali, gettati nelle fauci del mercato economico e finanziario attraverso “selvagge privatizzazioni”. I lavoratori autoferrotranvieri, nel pieno della vertenza di un rinnovo contrattuale puntualmente in ritardo , per il quale i soliti sindacati complici continuano a svendere la categoria, sapranno dare la loro risposta sia alle penalizzanti politiche contrattuali , sia alle sempre più stringenti normative e leggi che mirano ad impedire l'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.

Contro l'obbligo strumentale  del green pass nei luoghi di lavoro e di altri provvedimenti del Governo con Protocolli Covid sottoscritti dagli altri sindacati, si chiedono tamponi salivari come misura di sorveglianza sanitaria necessaria a carico delle aziende. SETA SPA è lo specchio delle politiche del Governo, una Azienda che a quasi 10 anni dalla sua nascita, con la complicità delle organizzazioni sindacali firmatarie, ha ridotto il costo del lavoro, non armonizzando i contratti , ma peggio ancora assistiamo ad una fallimentare organizzazione del lavoro e del personale, al quale viene chiesto sempre più flessibilità e aumento dei carichi di lavoro. Poche giornate di riposo, troppe ore di impegno lavorativo per il Personale Viaggiante, che non riesce a conciliare tempi di vita e di lavoro, rinunciando alle ore di svago.
Casi di discriminazione collettiva che il 18 ottobre saranno discussi in Regione con la Consigliera alle pari Opportunità e tanti altri problemi ancora non risolti.

Occorre:
1. rendere possibile un servizio pubblico sicuro e dignitoso che risponda in modo efficiente alle reali esigenze dei territori in un contesto di lavoro sano e rispettoso degli operatori del settore;
2. intervenire e modificare la logica assurda, per la quale si vogliono affrontare le complesse problematiche del TPL agendo solo sui costi e possibili risparmi attraverso i tagli al servizio;

3. intervenire e modificare l'ossessionante e vizioso criterio che, inneggiando al risparmio, vede però bruciare fiori di soldi pubblici attraverso appalti e subappalti ad aziende che offrono servizi di scarsa qualità e lavoro sottopagato, garantendosi  però profumati profitti; Inoltre e' necessaria una legge nazionale sulla rappresentanza  sindacale contro il monopolio delle oo.ss. Confederali, in modo che i padroni non siano liberi di scegliersi con quali sindacati sedersi ai tavoli: in seta assistiamo anche al rifiuto dei sindacati firmatari di indire le elezioni rsu/rls, cosa inaccettabile perche' nega il diritto consolidato ai lavoratori di scegliersi democraticamente i propri rappresentanti  attraverso il voto.


 

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