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Cronaca

«Siamo medici, non burocrati»: la protesta in piazzetta Pescheria

Umberto Gandi, medico di famiglia e componente di Snami: «I medici sono costretti a perdere più della metà del loro tempo in operazioni di burocrazia. Noi vogliamo ritornare a fare i medici, il nostro ruolo è fare diagnosi, curare i pazienti e soprattutto fare prevenzione»

«I medici sono costretti a perdere più della metà del loro tempo in operazioni di burocrazia. Noi vogliamo ritornare a fare i medici, il nostro ruolo è fare diagnosi, curare i pazienti e soprattutto fare prevenzione»: queste le parole di Umberto Gandi, medico di famiglia, presidente dello Snami (sindacato nazionale autonomo medici italiani) Piacenza e componente del comitato Snami nazionale, che ha parlato durante il sit in di protesta che si è svolto il 16 dicembre in piazzetta Pescheria in occasione dello sciopero nazionale dei medici.

«Con la legge Balduzzi e con altre proposte del Governo – continua Gandi - siamo costretti a perdere più della metà del nostro tempo in burocrazia e in situazioni di informatizzazione precarie con continui cambi di software. Solo con investimenti adeguati la sanità può avanzare per il bene dei cittadini. Noi stiamo scioperando per la gente, perché la gente si è accorta che è costretta a sborsare sempre più soldi per avere indagini e cure».

«Abbiamo lo stesso finanziamento per la sanità da quattro anni ma i costi aumentano – sottolinea il medico - Non è possibile fare una riforma della sanità a costo zero: se si vuole una riforma, bisogna prima fare investimenti. Un altro punto critico è il blocco del turn over: a causa della mancanza di personale il medico fa il burocrate, l'infermiere fa il medico, l'oss fa l’infermiere e a farne le spese sono i pazienti».

«Il direttore generale dell'ospedale di Piacenza - conclude Gandi - è costretto a fare i conti con risorse scarse e non può fare miracoli. Per quanto riguarda il progetto del nuovo ospedale, sappiamo che la nostra struttura è vecchia: un ospedale non dura più di 25 anni e chi non prevede di rifare un ospedale in queste tempistiche non ha una visione lungimirante».

Alla protesta hanno aderito tante sigle sindacali: Anaao Assomed, Cimo, Aaroi, Emac, Fesmed, Anpo, Nuova Ascoti, Fials Medici, Fassid, Fp Cgil medici, Cisl Medici, Uil medici, Fvm, Smi, Fimmg, Sumai, Snami, Smi, Fimp e Andi.

«Anche l'ospedale – spiega Maurizio Groppi del consiglio nazionale dell'Anaao (associazione medici dirigenti) - è sovraccaricato di mansioni burocratiche che sottraggono tempo alla cura dei malati: vogliamo essere meno burocrati e più medici. Con la nuova legge di novembre ci hanno "obbligato" alle 11 ore di riposo nelle 24 ore. Prima superavano le 13 ore di lavoro ma ricordiamoci che avere medici stanchi e stressati non è nell'interesse del paziente».

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